lunedì 24 agosto 2015

De Bruyne re degli assist in Europa. Pjanic guida la classifica in Serie A

De Bruyne
De Bruyne
Se lo scopo del gioco del calcio è la realizzazione del gol, molto spesso l'atto della marcatura é preceduto da una giocata altrettanto importante, alla quale é necessario riconoscere la stessa dignità della segnatura: l'assist. Dietro un grande gol si cela sovente una rifinitura sopraffina, un passaggio smarcante, un'intuizione operata con la corretta tempistica e precisione nella trasmissione di palla, ad incorniciare un'azione di gioco finalizzata dal tocco dell'attaccante.
Archiviate le maggiori leghe europee è possibile stilare una ipotetica graduatoria che racchiude i calciatori capaci di incidere maggiormente nella concretizzazione della manovra di squadra attraverso la bontà e l'efficacia delle proprie letture di gioco, espresse con passaggi risolutivi per i compagni.
De Bruyne
De Bruyne
GERMANIA - Il re degli assist confezionati nel corso della stagione, calcolati nei maggiori campionati europei, dimora in Germania, tra le fila del Wolfsburg. Il suo nome é Kevin De Bruyne. Il calciatore belga, ceduto a cuor leggero dal Chelsea di Mourinho, ha avuto modo di riscattare le proprie qualità inizialmente offuscate all'ombra del trono del tecnico portoghese, disputando un' annata stratosferica con indosso la maglia del club della Bassa Sassonia. L'esterno ventitreenne, troneggia nella classifica dei rifinitori della Bundesliga ed idealmente in quella europea con ben 20 assistenze in 34 partite. Una media di un suggerimento ogni 152 minuti con addirittura tre assist messi a referto nella sola gara contro il Werder Brema risalente alla 23/a giornata. Un bottino davvero ingente cui aggiungere anche 10 reti, corollario di una stagione che ha incoronato finalmente la dimensione del suo talento e la sua fame di campo per troppo tempo rimasta insoddisfatta.
Il tunnel rifilato a Milner
Il tunnel rifilato a Milner
SPAGNA - Il Dualismo infinito tra Barcellona e Real Madrid si riflette anche nei singoli. Se la classifica Pichichi che premia il miglior marcatore della Liga è stata appannaggio di Cristiano Ronaldo - autore di 48 reti in 35 partite, cifra monstre che insignirà il portoghese della scarpa d'oro - l'argentino Lionel Messi, secondo con "appena" 43 centri, si é aggiudicato mediante 18 passaggi vincenti per i compagni la graduatoria degli assist precedendo di due lunghezze proprio il portoghese.
Fabregas
Fabregas
INGHILTERRA - Voluto fortemente da Mourinho per sostanziare il proprio schieramento di una mezzala cerebrale, Cesc Fabregas si è riabilitato nel ruolo originariamente ritagliatogli da Wenger all'Arsenal. Dopo non esser riuscito nell'impresa di concedere al suo destino un senso più grande in quel di Barcellona, suo luogo natio, portandolo all'altezza monumentale di quello di Guardiola, il calciatore catalano classe '87 ha cambiato aria tornando in Inghilterra. Nella nuova avventura londinese, Fabregas ha confermato le sue sfolgoranti peculiarità in regia, partecipando più di tutti alle reti messe a segno dai Blues: 18 assist in 34 esibizioni, un passaggio vincente ogni 160 minuti. Nessuno come lui in Premier League ha avuto una simile centralità nelle azioni della propria squadra. Nemo propheta in patria.
Payet
FRANCIA - Nonostante una stagione in chiaroscuro, il Marsiglia, grande protagonista per larghi tratti dell'anno per poi eclissarsi in maniera lenta ma lineare dalla lotta al titolo, ha esibito bellezze corali ed individuali. Il gioiello Dimitri Payet, ex Lille, si é collocato in testa alla classifica degli assist-man della Ligue 1, davanti a colleghi più blasonati nella cognizione comune come ad esempio Pastore, confezionando 17 assistenze per i compagni nel corso di 34 apparizioni. Una media di una rifinitura ogni 180 minuti. Sulle quote realizzative raggiunte da Gignac (21 gol) indelebile l'impronta dell'esterno offensivo transalpino dal talento limpido che ha pagato nella sua ascesa i limiti di un carattere esuberante.
Hakim Zyech
Hakim Zyech
OLANDA - Il gol non é un trascurabile inciso nella panoplia di giocate profumate di edonismo ed irriverenza per Hakim Zyech, trequartista del Twente e - numeri alla mano - rivelazione dell'Eredivisie. Il numero 10 dei Tukkers ha partecipato più di tutti alla produzione offensiva della compagine di Enschede. Leader della classifica degli assist con 16 passaggi vincenti, distribuiti su 181 minuti ciascuno, l’olandese di origini marocchine ex Heerenveen, ha siglato anche 13 reti, di cui due proprio con la divisa della squadra frisone, prima di traslocare al Twente nella terza giornata del campionato domestico. Zyech si è caratterizzato come lo stoccatore principe della formazione allenata da Alfred Schreuder, accendendo su di sé i riflettori di numerosi club nazionali e stranieri. Rimarchevoli anche le attuazioni di Jetro Willelms terzino mancino del Psv campione d'Olanda e principale suggeritore dei Boeren con 13 assistenze.
Gaitan
Gaitan
PORTOGALLO - Nel campionato lusitano, per i sudamericani vestibolo dell'Europa in grado di formarne e testarne lo spirito di adattabilità ai rigidi canoni dei campionati del vecchio continente, é un argentino ad imporsi in vetta alla classifica degli ispiratori. Nicolas Gaitàn, trequartista dal sinistro educatissimo - gioiello perfettamente incastonato nel tessuto di squadra del Benfica - ha collaborato a 13 marcature delle aquile lisboete. 165 minuti l'intervallo temporale tra un assist e l'altro per il trequartista argentino in appena 27 esibizioni.

Roma-Napoli esultanza Pjanic
Roma-Napoli esultanza Pjanic
ITALIA - Il campionato del Belpaese figura in coda rispetto alle altre leghe per quanto concerne la possibilità di sfornare assist da parte dei suoi affiliati. In Serie A si registra un ex aequo fra 5 calciatori sul crinale della graduatoria dei migliori assist-man. Dybala, Berardi, Hamsik, Vázquez ed il romanista Pjanic primeggiano con 10 assist ciascuno. L'interruttore della luce della formazione di Garcia é stato di proprietà del bosniaco, autore di un assist ogni 253 minuti di gioco. Un'incidenza davvero elevata in proporzione alla scarsa felicità realizzativa dei giallorossi che con 54 reti hanno goduto della compartecipazione dell’ex trequartista del Lione in circa il 20% delle azioni concluse.
Totti Pjanic
Totti Pjanic

ROMA – Passando in rassegna l’organico dei capitolini, alle spalle di Pjanic si colloca Francesco Totti, somministratore di 6 tocchi vincenti per i compagni, uno ogni 297 minuti. A seguire con 4 inviti ciascuno, Gervinho e Florenzi. Di alto impatto nonostante la crudele sfortuna, le prestazioni di Kevin Strootman autore di 2 passaggi vincenti in appena 6 presenze. Ragguardevole anche il contributo di Daniele Verde, dispensatore di 2 assist in 7 esibizioni con la divisa romanista. Mentre dai terzini sono piovuti soltanto due palloni vincenti con la firma di Holebas e Maicon, testimonianza delle difficoltà evidenziate dai giallorossi nello sviluppare e concretizzare la manovra nelle porzioni laterali del campo, complice il forfait del cursore verdeoro costantemente in forma precaria in questa annata.
A cura di Danilo Sancamillo
Twitter: @DSancamillo
LA TOP TEN DEI MIGLIORI ASSIST-MAN
DE BRUYNE (Wolfsburg) 20
MESSI (Barcellona) 18
FABREGAS (Chelsea) 18
PAYET (Marsiglia) 17
ZYECH (Twente) 16
C.RONALDO (Real Madrid) 16
SUAREZ (Barcellona) 14
JAMES RODRIGUEZ (Real Madrid) 13
WILLEMS (Psv) 13
GAITAN (Benfica) 13

mercoledì 11 marzo 2015

ASTRI NASCENTI Ninkovic, forza e tecnica sulla trequarti del Partizan Belgrado (VIDEO)

Ninkovic Nikola
Nome: Nikola

Cognome: Ninković Data di nascita: 19 dicembre 1994
Ruolo: trequartista
Squadra: Partizan Belgrado
Altezza: 182cm Peso: 69 kg
Piede preferito: destro
Numero maglia: 11  

  Nikola Ninkovic é un promettente calciatore serbo del Partizan Belgrado, club più prestigioso dell'ormai disgregata ex Jugoslavia. Cresciuto nel vivaio del Partizan, considerato dall'Uefa il secondo d'Europa per importanza e prestigio dopo quello dell'Ajax, Ninkovic é la naturale espressione di una scuola sopraffina come quella balcanica, in grado di plasmare talenti dal tocco inconfondibile come Savicevic, Mijatovic, Stojkovic e molti altri ancora. Il ragazzo ha inglobato in sé pregi e difetti del suo luogo natio: a mezzi tecnici e fisici straordinari, fa da contrappunto un temperamento piuttosto accentuato, frequente causa di sanzioni disciplinari, cui aggiungere una tendenza alla discontinuità, tratto distintivo dei calciatori cresciuti in quelle regioni. Emblematica la sospensione comminatagli dalla Federazione serba, per gli insulti di stampo razzista rivolti all'inglese Rose durante una gara con l'Under 21. D'altra parte i Balcani possono essere intesi più come uno stato d'animo che una divisione geografica: il giovane Crobaro, giunto in breve tempo a vestire la maglia della prima squadra, ne incarna alla perfezione l'essenza. Le sue attuazioni hanno attirato lo sguardo dei grossi calibri europei, proponendolo come uno dei migliori prodotti serbi dell'ultimo quinquennio. Con la maglia della società che rappresenta ha disputato già 81 gare, rifinite con una significativa quantità di gol ed assist CARATTERISTICHE TECNICHE - Ninkovic é un classe '94 dalla struttura morfologica imponente ma al tempo stesso longilinea, 1,82 per 71 kg di peso. Impersona alla perfezione i canoni di modernità calcistica governati dalla fisicità, suffragando però le sue interpretazioni con una debordante tecnica. Il suo piede preferito é il destro sebbene assicuri affidabilità anche con il piede "debole" ovvero il sinistro. Tra le peculiarità del ventenne serbo si stagliano la vocazione all'assist, il tocco di seta - sia nel breve che nel lungo - ed un grande equilibrio, associato ad un'ottima difesa della palla. Nonostante le ingenti proprietà tecniche nelle sue disponibilità, il giovane calciatore si configura come un numero dieci orientato più alla fluidità della manovra che al colpo ad effetto: possiede una grande precisione nel lancio lungo, consolidata da una eccellente visione di gioco e dalla rapidità d'esecuzione nell'organizzare la giocata. Abile anche nello stretto, riesce ad inventare con invariabile regolarità palloni deliziosi per i compagni, facendo passare la sfera laddove nemmeno l'ossigeno riesce a filtrare. Trequartista puro viene spesso impiegato come seconda punta ma soprattutto nel ruolo di ala sinistra nel 4-4-2 e nel 4-2-3-1 per favorirne la progressione e la tendenza a convergere sul destro partendo decentrato. Ama partecipare attivamente allo svolgimento del gioco, abbassandosi per ricevere il pallone dai centrocampisti - caratteristica che ne denota una ipertrofica personalità - per poi servire nei corridoi i suoi compagni. Piede di velluto rosso e cuore caldo, Ninkovic vede spazi dove gli altri non vedono niente. Purtroppo talvolta cade nelle provocazioni degli avversari, non lasciandosi pregare quando si tratta di menare le mani, in simmetria con il carattere sanguigno di chi cresce all'ombra delle pietrose Alpi Dinariche. Delegato di tutti i calci piazzati, il suo destro disegna parabole irreali, misteriose per gli avversari ma al contempo golose per i compagni che ne usufruiscono. Senza eccedere nel narcisismo, di tanto in tanto il ragazzo si concede il riconoscimento personale, realizzando reti dall'elevato senso estetico. Non volendo scomodare illegittimi paragoni, Ninkovic condensa le virtù fisiche di Ilicic ed il talento di Jovetic, altro fulgido prodotto del vivaio crobaro. Nonostante debba ancora crescere molto sotto il profilo realizzativo, ha saputo esibire un calcio dalla distanza potente e preciso che se affinato può divenire letale e farne un calciatore davvero completo.
Ninkovic

  CARRIERA - Nikola Ninkovic nasce al freddo di Bogatic (Serbia) il 19 dicembre 1994. Muove i primi passi nelle giovanili del Partizan, la squadra più importante della capitale e dell'intera Serbia. Fin dalla giovane età varca i cancelli di "Zemunelo" , avveniristico centro di formazione del club bianconero, dove sono sbocciati fior di talenti nel corso degli anni. Per inquadrare il prestigio della divisione di modellamento giovanile installata a Zemun, uno dei diciassette municipi di Belgrado, basta pensare che di 25 giocatori convocati dalla Serbia a Giugno 2014, ben 11 (Lukac, Stojkovic, Nastasic, Tosic, Petrovic, Matic, Fejsa, Jojic, Ljajic, Mitrovic e Markovic) sono cresciuti sotto l'egida del Partizan, così come il montenegrino Stevan Jovetic, tra i più giovani capitani del Partizan (record sottrattogli proprio da Ninkovic)

."Zemunelo"

Nei 100 mila metri quadrati del centro sportivo ispirato a Milanello, sovrastati da un piccolo stadio da duemila posti a sedere, otto campi di allenamento, un centro fitness con palestra e piscina, un business center, un palazzetto dello sport ed un collegio per i giovani fornito di appartamenti ed unità mediche, Ninkovic inizia a toccare i primi palloni, svolgendo profittevolmente l'intera trafila che lo separa dal debutto in prima squadra. Il suo percorso si arricchisce di numerose presenze nelle nazionali giovanili: l'allenatore dell'Under 17 Milovan Doric ne apprezza le qualità e lo inserisce nella rappresentativa con la quale partecipa al campionato europeo Under 17 disputato in casa dalla Serbia. L'aria di casa non giova alla Nazionale, ultima classificata nel girone con Danimarca, Francia ed Inghilterra. Ninkovic contestualizza la sua presenza alla manifestazione, nella sfida di Smederevo contro la Francia, dove offre un ghiotto assist per Mandic valevole il momentaneo vantaggio serbo, prima del pari definitivo. Con la maglia delle aquile bianche Ninkovic complessivamente gioca 4 gare adornate da 3 reti. [caption id="attachment_196517"

 La sua traiettoria fra le giovanili é limpida così come le doti che mostra agli addetti ai lavori. Pertanto nel luglio del 2011, non ancora diciassettenne, gli viene proposto dalla commissione direttiva del Partizan un contratto da professionista. Ninkovic assieme al compagno Lazar Markovic - attualmente in forza al Liverpool dopo un'ottima annata al Benfica - sottoscrive con il Partizan un vincolo della durata di 5 anni. L'ESORDIO IN PRIMA SQUADRA - Pochi giorni dopo aver siglato il contratto, precisamente il 19 Luglio, Ninkovic debutta ufficialmente nella partita di qualificazione alla Champions League contro i macedoni dello Shkendija. Mister Stanojevic decide di concedergli un quarto d'ora scarso inserendolo in campo al posto di Vukic.

 Per l'esordio in campionato bisognerà invece attendere il 31 Marzo 2012 poiché a causa di una febbre ghiandolare, Ninkovic viene tenuto lontano dai campi di gioco per diversi mesi saltando 11 partite. Nella sfida contro il Rad Belgrado si consuma il battesimo nel torneo patrio: il giovane ragazzo rileva Lamine Diarra a cinque minuti dallo scadere. L'anno si conclude con appena quattro apparizioni impreziosite da 3 assist che lasciano intravedere le enormi potenzialità del ragazzo.


 

L'ASCESA NELLE NAZIONALI GIOVANILI - Il ragazzo belgradese progredisce assieme alla nazionale giovanile: l'ex attaccante del Lecce e selezionatore dell'Under 19 Dejan Govedarica, lo integra nell'organico della rappresentativa serba, dove ancora sotto età Ninkovic fa bella mostra di sé. Fin dal debutto con la Germania viene designato come un titolare della formazione, e la sua permanenza in campo é una costante al di là del modulo: da interno sinistro nel 4-4-2 a rombo contro la Germania fino ad esterno sinistro nel 4-2-3-1 utilizzato nella sfida contro la Romania nella quale Ninkovic trova pure la via del gol iscrivendo il suo nome nel registro dei marcatori che schiantano 3-0 i pari età romeni. L'avvicendamento in panchina non cambia le gerarchie, Ninkovic viene riconosciuto come uno dei componenti migliori anche dal neo tecnico che lo porta In Estonia per disputare il campionato europeo di categoria. Il flop totale della nazionale serba, sconfitta e sommersa di reti in tutte e tre le gare del girone non preclude un bagliore del talentuoso trequartista del Partizan, unica stella nello scarno firmamento serbo, a segno direttamente su corner nell'incontro perso di misura con l'Inghilterra. Il mandato di Ninkovic con la casacca dell'Under 19 scade con 5 presenze e 3 reti.
La rissa con l'inglese Rose

LA SOSPENSIONE DALLE NAZIONALI - Nella stagione 2012/2013 Il trequartista cresciuto nel Distretto di Mačva viene impiantato stabilmente fra i titolari. Il tecnico del Partizan Belgrado, Vladimir Vermezovic ne disloca la posizione sulla sinistra nel 4-2-3-1 affidandosi sull'altra sponda alle folate di Lazar Markovic. I ragazzi terribili mettono a ferro e fuoco le difese avversarie trascinando la squadra verso la conquista del ventiquattresimo titolo, il quinto consecutivo. Ninkovic prosatore di poetica ispirazione, con una predilezione per la semplicità e l'efficacia, va in gol alla prima giornata, quando non ha ancora compiuto 18 anni. Chiude la stagione con 21 presenze intarsiate da 4 reti e 5 assist. Unico neo, le sei ammonizioni e le due squalifiche rimediate nel corso delle partite giocate. Nello stesso anno si guadagna il posto anche nella Selezione Under 21 con la quale realizza una rete in 3 gare disputate. Unica macchia di una altrimenti positivisisima stagione afferisce proprio all'incontro di qualificazione disputato con l'Under21 serba contro l'Inghilterra. Il 16 Ottobre 2012 infatti il calciatore al termine della sfida valida per la qualificazione agli europei di categoria persa di misura contro gli inglesi, rivolse insulti razzisti al terzino "colored" Danny Rose, che ritrovò due anni dopo al Tottenham in Europa League, recitando un ruolo di primo piano nella rissa che ne scaturì. La Federazione Serba non prese bene l'episodio optando per la sospensione del trequartsita dalle gare di tutte le rappresentative serbe per circa un anno.

 L'anno seguente Ninkovic raggiunge 19 presenze, mettendo a segno due reti e confezionando 4 rifiniture per i compagni, una delle quali in Europa League al cospetto degli svizzeri del Thun. Tra le vittime predilette figura il Radnicki Nis al quale infila 4 reti in sei presenze, punteggiate ulteriormente da un assist
.Ninkovic

Quest'anno il calciatore, dopo aver completato la metamorfosi posizionale traslocando sulla sinistra nel ruolo di ala, non ha ancora trovato la via del gol nella Super Liga serba, andando tuttavia a segno nella Coppa nazionale e nel preliminare di Champions vinto contro i faroesi dell'HB Thorshavn. Nel secondo turno i bianconeri si sono arresi al Ludogorets, venendo retrocessi in Europa League. Per Ninkovic l'Europa del giovedì ha rappresentato l'opportunità di cogliere maggior esperienza internazionale, libero da eccessive pressioni. Sceso in campo in tutte e sei le partite del raggruppamento, il calciatore non é riuscito ad incidere, motivo prominente per cui la compagine serba ha concluso in coda al girone con appena due punti ed una rete realizzata.

VALUTAZIONE - Vincolato da un contratto fino al 2016, Nikola Ninkovic si configura come un talento destinato ad emigrare verso lidi più ricchi dopo aver portato un pezzo di gloria alla squadra che lo ha lanciato. La giovane età, appena 20 anni, lascia presupporre grandi miglioramenti, anche se nel pieno rispetto dei crismi balcanici, il calciatore non si dimostra particolarmente continuo.Attualmente il prezzo del suo cartellino si aggira sui 3 milioni di euro, non male per un giocatore in rampa di lancio. Una valutazione in costante crescita quella di Ninkovic, seguito con attenzione da operatori di mercato ed alcuni club europei che fiutano la possibilità realizzare un affare. L'impressione é che il Partizan lo tratterrà ancora per qualche anno al fine di incrementarne doti tecniche, personalità e relativo valore. Una politica volta a concludere transazioni remunerative, nel solco della tradizione che ha portato il club belgradese a separarsi dai suoi grandi talenti in cambio di cornucopie di denaro.

 A cura di Danilo Sancamillo Twitter:@DSancamillo

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venerdì 7 marzo 2014

HORSE BALL Intervista a Fabiano Lanzi arbitro internazionale ed allenatore delle squadre nazionali di categoria (AUDIO & VIDEO)


Durante lo svolgimento delle Ponyadi 2013 ho intervistato Fabiano Lanzi, esponente ligure della Fise, per quanto concerne gli sport equestri di salto ostacoli e soprattutto Horse Ball, la sua autentica passione. Lanzi vanta un curriculum davvero illustre nella disciplina: ex giocatore della nazionale italiana di Horse Ball, attuale arbitro internazionale, nonché allenatore di diversi team, partendo dai giovanissimi fino a salire nelle classi più elevate. L’arbitro ed allenatore classe ’69 - padre di due figli (Luca e Giacomo) entrambi elementi di spicco della compagine ligure - ha rilasciato alcune approfondite dichiarazioni per entrare nel merito di questa affascinante e complessa disciplina che assimila parte dei regolamenti del Rugby con quelli del Basket. Queste le sue parole: Come le è nata la passione per questa disciplina? 

" È nata in seguito ad un viaggio in Francia, dove ci eravamo recati per un tour di salti (salto ad ostacoli, ndr). Li abbiamo conosciuto questa disciplina che in italia svolgevano pochissimi centri. Tornati in patria ci siamo informati e abbiamo scoperto che questo sport veniva praticato in Piemonte. Siamo andati a vederlo, ci è piaciuto e da quel momento ci siamo appassionati; così 12 anni fa abbiamo iniziato a giocarla nel nostro centro ippico. Abbiamo deciso di investire nell’Horse Ball, creando le squadre di tutte le categorie: dai Pulcini alla Prima Divisione. In Italia abbiamo la Prima Divisione dedicata agli adulti, mentre la classificazione dei pulcini varia in base all'età: giovanissimi,5-6 anni, esordienti 9-12, allievi 12-14, cadetti 14-16 anni e infine la categoria adulti.

  C’è quindi un Campionato di Horse Ball riconosciuto?

 “Si c'è il campionato italiano riconosciuto dalla FISE ( Federazione Italiana Sport Equestri, ndr) in più ci sono anche i campionati europei, ai quali ho partecipato, facendo parte della nazionale per tanti anni con la quale ho vinto anche un argento europeo. Ho avuto la fortuna di prendere parte al Mondiale in Argentina e posso affermare che l’Italia per fortuna ha fatto sempre una bella figura”.

  Quali sono i requisiti fondamentali per emergere in questo sport?

 “Fondamentale è avere ottime basi di equitazione quindi familiarità con Dressage, e con il montare a cavallo. Nel nostro centro assecondiamo il talento dei nostri ragazzi spingendoli verso lo sport che loro preferiscono, sia esso il salto o l'Horse Ball, il cui allenamento prevede, lavori in piano e 1-2 volte a settimana lavoro di squadra. L'Horseball è un gioco che si gioca con una palla con delle cinghie, utili per raccoglierla quando cade in terra, per far ciò, abbiamo una cinghia che lega delle staffe che nel momento in cui, mi butto giù per raccogliere la cinghia va in tiro e mi impedisce di cadere. Per andare a canestro, sono necessari tre passaggi e non si può tenere la palla più di 10 secondi, che partono appena un giocatore ha la palla”

  Ho visto la sua squadra, tenere testa a dei pari età giocando però con un uomo in meno, qual è il segreto, quanto vi allenate e come?

 “Tanto. Normalmente ci alleniamo 2 volte a settimana, i bambini si allenano soprattutto sulla maneggevolezza della palla sui passaggi e sui tiri perché c'è tutto un metodo. Si allenano anche i pony di cui si cura molto la condizione fisica; a fine allenamento sono svolte delle mini partitelle per simulare delle situazioni che potrebbero ripresentarsi in gara. Durante le partite la strategia varia in base all'avversario che si affronta. Quanto si lavora sulla tattica in questo sport?

 “Ci sono tante tattiche e tanti ruoli, quello che cerchiamo di insegnare ai nostri ragazzi è l'aggressività sportiva, ossia mettere un pò più di agonismo al fine di esercitare pressione sull’avversario per indurlo in errore”.

  Lei oltre che tecnico è anche arbitro internazionale, quanto è difficile arbitrare questa disciplina; l'essere stato un giocatore le rende più facile svolgere questa mansione?

“È complessa da arbitrare, si inizia con i bambini piccoli a terra(a piedi) per poi finire a cavallo nelle categorie superiori. La complessità risiede nelle molteplici valutazioni da effetuare, perché si deve capire se certi falli sono fatti apposta o sono involontari. Le regole sono uguali per tutte le categorie, ci sono tante penalità si parte dall'A1 che è il rigore, A2 punizione dai bordi dell'area, o una penalità 3 da centrocampo. A seconda della gravità dell’intemperanza regolamentare si stabilisce il grado di penalità”

  Che differenze ci sono tra l'arbitro che stà a cavallo e l'arbitro che è in terra?

 Gli arbitri a terra sono presenti solo nelle categoria Pulcini per motivi di sicurezza, per una migliore suddivisione del campo, ad arbitrare gli adulti, c'è un arbitro a cavallo e un arbitro in seggiola (posto in una posizione di sopraelevazione rispetto al terreno di gioco ndr) che conta i passaggi, il tempo e guarda i falli dietro al gioco impossibili da vedere per l'arbitro a cavallo come le trattenute di maglia, è un aiuto, un supporto, le decisioni spettano sempre al direttore di gara a cavallo.  

  Lei ha due figli molto bravi nella pratica di questa disciplina, quali sono i programmi per loro? continuando ad allenarsi hanno chance di arrivare un giorno in nazionale?

 “Io rivesto un doppio ruolo, papà e tecnico del circo ippico. I miei figli (Luca 10 anni, Giacomo appena 8, ma un portamento da veterano, ndr) non fanno solo Horse Ball ma anche salto(con gli ostacoli, ndr).A me piace l'Horse Ball ma come detto in precedenza, la scelta è dei bambini, per ora svolgono più disciplinepoi sceglieranno quella che più li aggrada”.

  I suoi programmi per il futuro?

“La fortuna di noi liguri è che il nostro presidente Labasano, crede molto nell'Horse Ball, nonostante non sia una disciplina olimpica, investendo tempo e soldi: quest'anno ha comprato il campo gonfiabile, fondamentale per la sicurezza, e crede nella promozione di questo sport. In Liguria siamo fortunati in quanto stiamo avanti allo stesso modo del Piemonte e della Lombardia.
  La ringrazio per la cortesia e Le faccio i miei migliori auguri.

A cura di Danilo Sancamillo

UNO STRALCIO DELLA FINALE TRA LIGURIA E PIEMONTE VINTA DAI LIGURI IN INFERIORITA' NUMERICA PER 9-6

martedì 4 febbraio 2014

ASTRI NASCENTI Ferreira-Carrasco, un predestinato alla corte di Ranieri (VIDEO)

Yannick Ferreira-Carrasco


 Yannick Ferreira-Carrasco é un calciatore belga di evidenti origini ispano-portoghesi che milita tra le fila del Monaco. Il club biancorsso, in passato tra i più prestigiosi della Ligue 1, dopo un anno di purgatorio nella serie cadetta é tornato a rinverdire i fasti di un tempo, grazie ai capitali del magnate russo Rybolovlev. Il nuovo proprietario ha effettuato degli investimenti massicci allo scopo di costruire una squadra ambiziosa, in simmetria con il lignaggio della cittadina monegasca. Oltre all'ingente flusso di denaro immesso nel progetto tecnico dalla nuova proprietà, il club del Principato può vantare un consolidato centro di formazione per i giovani talenti, fondato su una rete di osservatori di eccelso livello. Emblematica in questo senso, la assidua e preziosa partecipazione dei numerosi prodotti del vivaio monegasco alla risalita nella massima serie del campionato d'Oltralpe. Tra i principali artefici della riconquista della Ligue 1 si staglia sulla scena proprio il promettente calciatore belga, prelevato in giovane età dalla sua terra natia per approdare in Provenza. Ferreira-Carrasco si é rivelato sorprendentemente una delle pedine fondamentali nella passata stagione, divenendo in quella attuale - malgrado l'arrivo di innesti prestigiosissimi, Falcao, James Rodriguez su tutti - una risorsa preminente, frequentemente utilizzata da Ranieri. Il tecnico italiano ha avuto il merito di accorgersi dello smisurato talento dell'esterno belga, svezzato lo scorso anno attraverso un impiego sempre più crescente, il quale da outsider spera di poter strappare un posto nella rosa dei 23 per il Brasile.

  CARATTERISTICHE TECNICHE Ferreira - Carrasco é un classe '93, dal fisico longilineo ma compatto, 180 cm per 76 kg di peso, che gli consente di avere grande equilibrio e resistere alle pressioni degli avversari senza inficiare la rapidità d'esecuzione delle sue giocate. Destro naturale ma ugualmente abile anche con l'altro piede, il giovane talento belga dispone di raffinate proprietà tecniche: molto bravo nello stretto e preciso nel fraseggio, imprendibile nei repentini cambi di direzione. Domina perfettamente la sfera con eleganza e funzionalità tanto da averla sempre incollata ai piedi, risultando devastante ed irrefrenabile quando parte in progressione. Dotato di buona velocità, questo fondamentale non rappresenta la sua peculiarità principale in quanto quel che più colpisce di lui é la rapidità di pensiero e l'intelligenza nella lettura di tutte le situazioni di gioco, qualità degne di un veterano. Collezione di rapidissime intuizioni in grado di trasformare il banale in straordinario, Ferreira-Carrasco non é soltanto classe e fantasia ma anche sostanza, infatti in virtù della grande resistenza fisica risulta utile pure in fase di ripiego partecipando attivamente alla costruzione della manovra.

Primo gol tra i professionisti 


Ha nelle sue disponibilità un piede sensibile e preciso che lo rende un tiratore molto temuto come confermano i numerosi gol dalla distanza messi a segno. Inoltre proprio per la raffinatezza ed esattezza del suo calcio, Ferreira-Carrasco é affidatario di quasi tutti i calci piazzati: le sue prime due reti da professionista sono state messe a segno proprio su calcio di punizione. Come tutti gli elementi di grande talento non sempre si rivela continuo nell'esprimere il suo repertorio, un peccato veniale in rapporto agli enormi mezzi di cui dispone ed alla giovane età che lascia presagire profittevoli possibilità di evoluzione per il calciatore belga.

CARRIERA - Yannick Ferreira-Carrasco nasce ad Ixelles, ristretta realtà alla periferia di Bruxelles il 4 settembre del 1993. Emise i suoi primi vagiti calcistici nei quadri dello Stade Everois Racing Club, transitando dal Diegem, e dal Beerschot, prima che il suo grande talento venisse notato dal Genk nel 2009. Un salto non indifferente per l'allora sedicenne Yannick il quale diede prova di gran tempra caratteriale. Cresciuto in una situazione familiare già di per se difficoltosa - con soltanto la madre a prendersi cura di lui e dei suoi fratelli mediante un umile lavoro - il giovane belga intraprese il sentiero verso Genk, non risparmiando di affrontare tutte le difficoltà linguistiche e di adattamento del caso: lui di estrazione francofona, tipica di Burxelles, trapiantato nelle Fiandre dove i fonemi vibrati sono in fiammingo, non proprio la più dolce e percepibile delle lingue. A questo si aggiunse un contesto ambientale non semplicissimo per un adolescente, ospite presso una casa di accoglienza con la possibilità di poter tornare dalla sua famiglia soltanto il sabato dopo la partita.Per angusta ad augusta”, tutte le complicazioni della sua esperienza hanno fortificato - anziché attenuare - la tenuta mentale di questo calciatore dal talento smisurato ma dal comportamento equilibrato. Consapevolezza ed umiltà, requisiti fondamentali per un'ascesa lineare nel panorama calcistico, pieno di estrosi viandanti, troppo spesso vittime delle proprie esuberanze caratteriali culminanti con la mancata crescita professionale ed una relativa delusione delle aspettative.

Yannick Ferreira-Carrasco


 L’AVVENTO NEL PRINCIPATO - Fin dall'Under 15 svolge tutta la trafila nelle rappresentative giovanili dei Davolo Rossi. La sua fulgida destrezza ed il suo innato estro non passano inosservati specialmente nella dimensione giovanile, così durante un'amichevole fra il Belgio U16 ed i pari età del Lussemburgo, Stéphane Pauwels, all’epoca osservatore per il Monaco, viene stregato da lui e gli offre un provino nel club del Principato. Yannick supera senza difficoltà il test nel centro di formazione biancorosso convincendo i vertici dirigenziali a proporgli un accordo triennale che il belga firma sebbene l'allenatore del Genk tenti in ogni maniera di farlo desistere impegnandosi a farlo esordire con la prima squadra.

Coupe Gambardella

Nel 2010 si aggrega alle giovanili del Monaco vincendo - nonostante l'errore nella roulette dei calci di rigore - al termine della stagione la Coupè Gambardella, prestigioso trofeo giovanile organizzato dalla federazione francese e rivolto agli Under 18. Un successo che conferma il buon lavoro svolto dal settore giovanile monegasco. L'affermazione del ragazzo di Ixelles passa dalla promozione nell'Under 18 belga, con la quale continua a misurarsi con le altre realtà del panorama europeo, accumulando ulteriore esperienza e siglando anche una rete nell'arco di nove presenze. Il selezionatore dell'Under 19 Marc Van Geersom colpito dalle sue qualità decide di implementarlo nell'organico dell'Under 19: una intuizione felice perché il giovane talento cresciuto alla periferia di Bruxelles realizza 3 reti in 12 partite disputate, la prima delle quali nell'esordio contro i pari età dell'Italia. [caption id="attachment_159879" align="aligncenter" width="300"]

 Yannick Ferreira-Carrasco



L'ESPLOSIONE IN LIGUE 2 - La retrocessione in Ligue 2 del Monaco orienta la politica del club all'impiego di diversi giovani nell'auspicio di una pronta risalita. In questa politica rientra anche il promettente Ferreira -Carrasco schierato da Ranieri nella posizione di centrocampista sinistro nel suo 4-4-2 in linea. L'esordio del numero 17 belga - scelta numerica in omaggio al giorno di nascita della madre - avviene nella sfida casalinga contro il Tours in cui viene impiegato da titolare. Una prestazione a dir poco strepitosa per un battesimo da predestinato: una sua rete su punizione al 30' apre le marcature stagionali dei biancorossi, e poco dopo un suo cross per la testa di Raggi spiana la strada alla debordanza biancarossa. Un altro assist determinante consente al Monaco di sbancare Guingamp, così come risolutive si rivelano le reti messe a segno contro il Dijon - ancora su punizione all'82' per il raggiungimento del pareggio - e nella vittoria di misura con l'Angers, gara nella quale va a bersaglio con il sinistro. Le sue prestazioni incantano la Francia ma non solo perché Johan Walem selezionatore dell'Under 21 belga si accorge,delle,sue immense qualità e decide di farne un pilastro della rappresentativa belga per la corsa agli Europei di categoria. Con i Diavoli Rossi Ferreira-Carrasco scende in campo 5 volte e segna un bel gol contro l'Italia. La stagione nel campionato cadetto francese si chiude con 27 presenze impreziosite da 6 gol e 6 assist, tutti decisivi per nutrire la classifica del Monaco promosso in Ligue 1 da prima della classe. 2 reti ed un assist in altrettante gare disputate in Coppa di Lega concludono un bilancio sensazionale per il talentuoso esterno sinistro belga.
Nella stagione attuale nonostante i numerosi ed altisonanti arrivi nel Principato, Ferreira-Carrasco continua ad essere un cardine dell'impostazione di gioco di Ranieri al quale va attribuito il merito di averlo lanciato tra i professionisti. L'esordio in Ligue 1 é datato 10 Agosto 2013. La prima rete nella massima divisione transalpina si consuma nella sfida contro il Saint-Etienne a cui segue una doppietta con il Sochaux nella successiva giornata. Finora Ferreira-Carrasco, ormai padrone del vertice sinistro della linea dei trequartisti ha messo insieme 13 presenze firmando 3 reti ed un assist prima di infortunarsi e vedere le ultime 4 gare dalla tribuna. VALUTAZIONE - Il ventenne esterno belga ha visto lievitare le sue quotazioni esponenzialmente nel giro di un anno. Prelevato in regime di svincolo dal club del Principato attualmente il valore del suo cartellino si aggira intorno ai 6 milioni di euro. Una cifra irrisoria in proporzione alla giovane età ed alle sconfinato qualità. Il Monaco é ovviamente intenzionato a tenerlo, non trovandosi nell'esigenza di dover far quadrare i conti, data la grande solvibilità a disposizione del magnate russo Rybolovlev. Il suo contratto scade nel 2015 ma probabilmente verrà negoziato un prolungamento nel giro di un breve lasso di tempo. Si attende la consacrazione internazionale di questo duttile e prolifico elemento che ambisce a far parte della spedizione dei 23 al mondiale brasiliano sebbene ancora non sia stato preso in considerazione dalla nazionale maggiore, complice una straordinaria generazione di eccellenti calciatori che fa del Belgio una delle outsider per la rassegna iridata in programma per Giugno

 A cura di Danilo Sancamillo

 Twitter:@DSancamillo

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venerdì 15 novembre 2013

ASTRI NASCENTI Andros Townsend, sterzate, dinamismo e profondità per l'esterno mancino del Tottenham (VIDEO)

Nome completo: Andros Darryl Townsend
Data di nascita: 16.07.1991
Luogo di nascita: Walthamstow
Età: 22
Altezza: 1,83
Nazionalità: Inghilterra
Ruolo: Centrocampo - Ala sinistra, ala destra
Piede: sinistro
Numero maglia: 17
Valore di mercato: 6.500.000 €

Andros Townsend é un calciatore inglese di origini cipriote e giamaicane, esploso quest'anno tra le fila del Tottenham, club dal quale in passato ha rischiato di separarsi in più di un'occasione. Dopo aver girovagato per diverse città inglesi in prestito, il ragazzo di ritorno alla casa base, complice qualche circostanza fortunata é stato lanciato quasi per caso da Villas Boas divenendo titolare inamovibile fino a guadagnarsi il posto in nazionale, con la quale é andato in gol all'esordio contribuendo a portare la selezione di Hodgson ai mondiali attraverso due buonissime prestazioni contro Montenegro e Polonia.
CARATTERISTICHE TECNICHE - Townsend, classe '91, è un centrocampista esterno, appartenente a quella scuola inglese, in grado di sfornare illustri interpreti nel ruolo di ala, basti pensare a Beckham, Lennon, Walcott ma anche ai gallesi Bale e Giggs affermatisi proprio nella massima divisione inglese. Mancino naturale, l'esterno britannico può giocare indipendentemente sia sull'out sinistro che destro, posizione dalla quale, schierato con il cosiddetto piede opposto riesce a far valere l'attitudine ad accentrarsi per liberare il tiro costituendo un'autentica spina nel fianco per le difese avversarie. Nelle sue disponibilità rientrano tutte le prerogative dell'ala moderna: molto veloce ed agile nello stretto, il calciatore del Tottenham possiede requisiti fisici di prim'ordine, 183 cm di altezza, distribuiti su 80 kg di muscoli. Una conformazione fisica che lo rende imprendibile quando parte in progressione, anche in virtù di eccellenti proprietà tecniche nell'uno contro uno. Serpentine, accelerazioni e sterzate improvvise ne caratterizzano il repertorio così come il movimento senza palla, efficace in profondità sia nel guadagnare il fondo per il cross che nei tagli verso il centro. Esuberanza fisica associata ad un grande talento, propensione all'assist per i compagni sono le evidenti qualità di questo giovane frenato in passato soltanto da qualche limite caratteriale che ha rischiato di relegarlo in una dimensione sottostimata rispetto alle sue reali potenzialità.
CARRIERA - Andros Townsend é nato a Walthamstow il 16-07-1991. Suo padre é originario della Giamaica ed allena nelle serie minori mentre il suo nome presenta chiare estrazioni elleniche, essendo la nonna materna cipriota. Il ragazzo ha emesso i primi vagiti calcistici proprio nel suo attuale club, il Tottenham Hotspurs con il quale iniziò a giocare all'età di 9 anni. La sua carriera professionistica é stata connotata da continui cambi di maglia, ben 9 a dispetto della giovanissima età, variazioni che hanno determinato un incremento del tasso di esperienza senza intaccare la sicurezza di questo esterno dalla personalità pronunciata e dal carattere variopinto. Nella stagione 2008/2009 Townsend, non ancora maggiorenne, approda allo Yeovil Town, club con il quale disputa la League One, equivalente della Serie C italiana, totalizzando 10 presenze coronate da un gol, siglato nella sfida casalinga persa contro l'Hartlepool per 3-2. L'anno seguente si interessa a lui il Leyton Orient, altra compagine della League One con la quale l'esterno offensivo si mette in luce assemblando 22 gettoni conditi con un assist e 2 reti, decisiva quella di destro messa a segno nella vittoria di misura contro il Millwall. Il suo carattere instabile tuttavia sancisce il divorzio dal club londinese nella sessione di gennaio quando Townsend approda al Milton Keynes Dons, anch'esso partecipante alla League One. Con la nuova divisa il giovane di proprietà del Tottenham continua d esprimersi su buoni livelli siglando 2 reti e due assist in 9 presenze. La sua esperienza nella terza divisione inglese si conclude quindi con 41 presenze contornate da 5 reti e tre assist. Un bottino che unito agli interessanti numeri esibiti dal ragazzo sollecita le attenzioni di alcuni club di Championship, ovvero la Serie B inglese. Nello stesso anno Townsend entra a far parte della selezione Under 19 inglese senza tuttavia brillare eccessivamente, 4 presenze e nessuna perla da ricordare.
IL MANCATO TRASFERIMENTO A MILLWALL - La prima squadra a spuntarla é l'Ipswich accordatasi con gli Spurs per il prestito secco. L'avventura con i Tractor Boys non é foriera di grandi soddisfazioni per Andros, il quale al termine di 13 gare disputate ed appena una rete, fa ritorno al Tottenham. Il 9 gennaio del 2011 il talento inglese scende in campo nella sfida di FA Cup tra gli Spurs ed il Charlton, schierato in qualità di ala sinistra. In quel giorno il ragazzo realizza la sua prima rete a White Hart Lane di destro. Dopo la breve parentesi corredata da un gol alla casa madre, il ragazzo viene girato nuovamente in prestito, stavolta al Watford. Un'esperienza lampo quella in maglia giallorossa dalla quale si separa a distanza di appena un mese dopo 3 presenze ed un assist. A marzo Townsend si trasferisce in prestito al Millwall che gli garantisce un impiego maggiore, consentendo al calciatore di ritrovare la serenità adatta per esprimere il suo talento. Il centrocampista natio di Walthamstow non delude la fiducia riposta in lui, firmando 2 gol ed altrettanti assist in 11 gare con indosso la casacca dei Lions. Le sue prestazioni crescono nel 4-2-3-1 disegnato dal manager Jackett tanto da convincere la dirigenza del club del sud est di Londra ad inoltrare al Tottenham una proposta di 500.000 sterline per acquisirne il diritto alle prestazioni sportive a titolo definitivo.
IL PRIMO GOL EUROPEO E LE LACRIME - Le carriere dei calciatori passano spesso dalle decisioni di manager e direttori sportivi, non fa eccezione quella di Townsend, ragazzo dal carattere difficile ma di indiscusso talento le cui punte caratteriali necessitano di una temperata nel tempo per plasmare un formidabile calciatore. I vertici dirigenziali degli Spurs rifiutano la proposta, dimostrando di credere nella giovane ala che inizia la stagione 2011/2012 tra le fila del club londinese, senza mai scendere in campo in Premier League, giocando però il girone eliminatorio di Europa League per far rifiatare le prime linee. L'allora ventenne esterno inglese da prova di grande duttilità venendo impiegato inizialmente da terzino sinistro per poi scalare sulla linea dei centrocampisti. Il 15 dicembre 2011, segna il suo primo gol europeo, il secondo in maglia Spurs, nella partita di Europa League contro lo Shamrock Rovers. Una dedica particolare, di un commosso Townsend indirizzata al fratello scomparso dieci anni prima in un incidente stradale.
Nella sessione invernale la società decide di trovare una nuova sistemazione al calciatore, ancora in prestito, questa volta al Leeds, squadra militante in Championship, per osservarne i margini di crescita. Altra esperienza fugace con i Peacocks poiché Townsend incontra diverse difficoltà nell'ambientamento scendendo in campo appena in 6 occasioni. Al debutto in maglia Whites, il calciatore confeziona subito un assist e viene nominato uomo partita. Il primo ed unico centro della sua parentesi a Leeds si consuma nella sfida vinta 3-2 contro il Doncaster Rovers.
Nella sessione invernale il calciatore chiede la cessione, trasferendosi così in una nuova compagine della Championship, il Birmingham. Con la casacca dei Blunoses Townsend diviene subito un elemento cardine dell'infrastruttura di gioco di Mister Hughton, collezionando 16 presenze adornate da 4 assist vincenti. A fine stagione torna a Londra dove fatica non poco a trovare spazio, rimanendo di frequente a scaldare la panchina per subentrare in scampoli di partita, facendo la spola tra L'Under 21 degli Spurs dove eccelle con reti ed assist e la prima squadra, nella quale é relegato in disparte. Il tecnico lusitano Villas Boas lo considera una componente del suo progetto tattico. Tuttavia il numero 17 sembra ancora troppo acerbo per fornire il giusto contributo, chiuso peraltro da gente come Lennon e Bale.
Visto il poco utilizzo, appena 3 presenze, tutte da subentrato nei minuti finali, nel mese di gennaio il manager degli Spurs avalla la scelta di spedirlo in prestito per maturare ulteriore esperienza, stavolta in Premier League. Per il calciatore nessun brusco cambio di abitudini - risultato deleterio in passato per i suoi progressi - poiché finisce al QPR, club londinese allenato da Redknapp. Sotto l'egida dell'esperto tecnico inglese il calciatore sboccia trovando la sua collocazione ideale nel ruolo di ala destra, brillante intuizione di Redknapp per le sorti del giovane calciatore inglese. Con la maglia delle "Guardie della Regina" Townsend si mette in evidenza racimolando 12 gettoni, impreziositi da 2 reti e due assist. Memorabile la prestazione contro il il Sunderland nella quale, sempre da ala destra, sigla una rete e serve due assisti partecipando in maniera determinante al 3-1 dei suoi. L'elevato rendimento offerto nel corso della stagione convince il selezionatore dell'Under 21 inglese ad aggregarlo al gruppo, con il quale disputa 3 gare valide per le qualificazioni agli Europei di categoria.
LA SOSPENSIONE PER GIOCO D'AZZARDO E L'ESPLOSIONE - Quando tutto sembra propendere in direzione favorevole al talento inglese, il ritorno al Tottenham viene macchiato dall'ennesimo incidente di percorso, testimonianza di un carattere complicato, vero freno alla fioritura di questo calciatore: La FA lo multa per un importo di 18.000 sterline accompagnando la sanzione amministrativa ad una sospensione di tre mesi per una grave infrazione al regolamento della Football Association, (“Your reputation, your responsibility, your career”). Motivo del provvedimento, l'attitudine del calciatore al gioco d’azzardo, attività al quale il ragazzo si è sempre professato avulso, benché la presenza di diversi software applicativi dedicati alle scommesse rinvenuti sul suo smartphone, sembri smentire nettamente la tesi innocentista sostenuta da Townsend.
Questo grave episodio non interrompe la predestinata ascesa dell'esterno mancino il quale al termine di tre mesi di calvario può beneficiare di quella che i greci chiamano Kairos, ovvero la circostanza fortunata, il giusto momento: Un infortunio occorso a Lennon contestualmente alle carenze strutturali di una rosa in via di definizione dopo la cessione di Bale, a quei tempi vero e proprio cantiere aperto, suggerisce a Villas Boas, "obtorto collo" di fare del calciatore un titolare ad interim. Townsend coglie l'attimo fuggente vedendo la luce dopo i ripetuti prestiti, le difficoltà ambientali, i freni derivanti dai suoi comportamenti poco etici lontani dal campo. L'ala inglese estrapola tutto il bagaglio di esperienza conquistato in anni difficoltosi, convertendo la rabbia ed i duri sacrifici in prestazioni formidabili. Dalla seconda di campionato il creativo e profondo esterno d'attacco é divenuto inamovibile per Villas Boas, realizzando una rete ed un assist in campionato, arricchendo il suo score con una rete e due assist in Europa League. Le sue performance appaiono così efficaci da convincere Hodgson, Dulcis in fundo, a dargli una chance in nazionale per fornire alla selezione inglese l'energia necessaria allo sprint finale per approdare ai Mondiali, in programma in Brasile a partire dal Giugno 2014. Neanche a dirlo Townsend cavalca l'onda dell'entusiasmo offrendo sontuose prove nelle sfide decisive contro Il Montenegro e la Polonia, giocate entrambe da titolare, siglando la sua prima rete in maglia inglese, proprio al debutto contro la selezione montenegrina, ad appena 22 anni e due mesi.
VALUTAZIONE - La recente deflagrazione del talento britannico ha incrementato esponenzialmente le sue quotazioni di mercato che si attestano all'incirca sui 6,5 milioni di euro, una cifra decuplicata rispetto a due anni fa. Il calciatore inglese ha di recente firmato il prolungamento contrattuale con la società del presidente Levi, legandosi agli Spurs fino al 2017 per un onorario di 15.000 sterline a settimana. Difficile quindi ipotizzare che il Tottenham e Villas Boas possano privarsi di un calciatore di simili qualità e così grandi margini di miglioramento, considerati i 22 anni di età che rimandano ad un futuro luminoso minato unicamente dalle sregolatezze della sua variegata personalità finora gestita proficuamente dal tecnico lusitano. A cura di Danilo Sancamillo Twitter: @DSancamillo  
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mercoledì 6 novembre 2013

PREMIER LEAGUE 10^ Giornata: il portiere dello Stoke si improvvisa goleador. Vola l'Arsenal crolla il Chelsea. Sette squilli del City




 Boruc guarda incredulo la palla entrare[/caption] L'undicesima giornata della Premier League si conferma piena di colpi di scena, con emozionanti sfide e reti improbabili. Non scorderà facilmente questo turno Begovic, estremo difensore dello Stoke City, bomber improvvisato a segno su rinvio tra lo stupore e l'estasi generale. Cade il Chelsea di José Mourinho perdendo l'occasione di sovrastare il Liverpool, uscito sconfitto dal confronto con la capolista Arsenal. Sette squilli per il Manchester City, soltanto tre, si fa per dire, per lo United vittorioso a Craven Cottage. Termina a reti bianche un bel confronto tra Everton e Tottenham.

  MOURINHO MAI VINCENTE A NEWCASTLE - Fatale la trasferta a Saint James's Park per il Chelsea sconfitto con un secco 2-0. In un campo dove Mourinho non ha mai vinto, i Blues non offrono la miglior versione di se, soffrendo la velocità degli esterni Magpies. Al termine di un primo tempo caratterizzato soltanto da un doppio sussulto nella stessa azione di Torres ed Ivanovic, i padroni di casa impongono il proprio ritmo, riuscendo a trovare la rete su un calcio piazzato telecomandato di Cabaye incornato da Yoann Gouffran all'angolino sinistro di Cech. Nel finale é Loic Remy a mettere il punto esclamativo sull'affermazione Magpies trafiggendo l'estremo difensore Blues con un sinistro in area che sbatte sul palo e si infila in porta. Il Chelsea perde l'occasione di poter rosicchiare punti al Liverpool e di conquistare la seconda posizione in solitaria.

ARSENAL CAPOLISTA - Non tradisce la minima esitazione l'Arsenal di Arsene Wenger. Una squadra che riesce a coniugare finezza estetica nella manovra a grandissima funzionalità. All'Emirates Stadium i Gunners fanno un sol boccone del Liverpool di Brendan Rodgers vincendo con un netto 2-0. Il vantaggio dei padroni di casa porta il timbro di Santiago Cazorla, al primo centro stagionale in Premier League. L'esterno iberico colpisce il palo di testa su cross di Sagna ed é il più lesto ad avventarsi sulla respinta per ribadire in rete al 19'. Nella ripresa chiude la gara l'ennesimo straordinario gol di Aaron Ramsey: un destro chirurgico da fuori area che non lascia scampo a Mignolet. Stacca le inseguitrici la squadra di Wenger ora a più cinque sul secondo posto.
UNITED A DOMICILIO - Successo a domicilio per il Manchester United presentatosi a Craven Cottage per dare continuità al suo campionato. Gli uomini di Moyes si impongono per 3-1 sul Fulham mettendo le cose in chiaro già nella prima frazione. I Red Devils passano al 9' con Valencia servito da Rooney in area. Raddoppio firmato da Van Persie imbeccato in profondità da Januzaj. lo stesso attaccante olandese veste i panni del suggeritore affidando a Rooney un comodo pallone per il tris. Nella ripresa serve solo per il tabellino il gol dei Cottagers siglato dal neoentrato Kacaniklic, un destro dalla distanza sporcato da Rooney quel tanto che basta per mettere fuori causa De Gea. Successo importante per lo United, ancora distante dal vertice che però recupera punti alle dirette avversarie. Un'autorete di Cuellar al 25' condanna il Sunderland ridotto in 9 uomini all'ennesima sconfitta, stavolta sul campo dell'Hull City che grazie al prezioso risultato si stacca dalla bassa classifica raggiungendo quota 14, più sei dal terzultimo posto.
GOL STORICO PER BEGOVIC - Si conclude con un pareggio 1-1 la sfida del Britannia Stadium fra lo Stoke City ed il Southampton che passerà agli annali per la rete dell'estremo difensore dei Potters Asmir Begovic, uno che in genere i gol è abituato ad evitarli. L'inaspettata rete del portiere biancorosso arriva al secondo minuto quando il bosniaco rinvia un pallone giunto nella sua area. La sfera percorre tutto il campo rimbalzando all'altezza del semicerchio delimitante l'area di rigore del Southampton. Il portiere dei Saints Boruc proiettatosi un po fuori dai pali per abbrancare la sfera si lascia ingannare dal rimbalzo venendo  scavalcato da quest'ultima. Tra la gioia incredula dei presenti si consuma il vantaggio dei padroni di casa. Al 42' Jay Rodriguez recupera la situazione schiacciando di testa un cross di Ward-Prowse: la palla assume una traiettoria che supera Begovic e si infila sotto la traversa. Prezioso punto salvezza per i Potters adesso a più uno dallo scivolo Championship. Pari esterno su un campo non semplice utile anche al Southampton per nutrire la propria classifica e mantenersi ai piani alti. Finisce 0-0 il confronto di Boleyn Ground tra West Ham ed Aston Villa il cui bomber Benteke, a secco da 5 partite, colpisce la traversa perdendo l'occasione di assegnare i tre punti ai suoi.
DERBY GALLESE AL CARDIFF - E' il Cardiff City ad imporsi nella prima storica edizione di un derby gallese nella Premier League contro lo Swansea. In uno stadio tutto esaurito i Bluebirds si aggiudicano meritatamente una partita non entusiasmante contro i più quotati rivali. A dirimere la questione una rete da calcio d'angolo siglata dall'ex Caulker nella ripresa che fa esplodere i supporters di casa. Nel finale l'espulsione dell'estremo difensore dello Swansea Vorm, fallo da ultimo uomo su Odemwingie lanciato a rete, costringe la squadra di Laudrup in dieci con Angel Rangel improvvisatosi portiere. Il difensore iberico salva il passivo con una bella parata su punizione ma gli Swans non riescono a mettere in pratica una reazione convincente per strappare il pareggio ai Bluebirds
LUKAKU METTE KO LLORIS - Prevale l'equilibrio anche in Everton-Tottenham interessante sfida tra due compagini ambiziose entrambe decise a puntare all'Europa. Un tempo per parte a Goodison Park con gli Spurs che si lasciano preferire nella prima frazione con un frizzante Andros Townsend, autentica spina nel fianco sul fronte destro d'attacco. Nella ripresa la formazione di Martinez -  il quale ha scelto di adottare un 4-2-3-1 modulo speculare a quello del collega Villas Boas, per intasare gli spazi - inizia a prender le misure agli avversari mostrando maggior brillantezza. L'ingresso di Barkely e Deloufeu rivitalizza i padroni di casa autori di  alcune buone occasioni, sventate dal prode Lloris. Paura per il portiere francese che resta a terra in seguito ad una ginocchiata al volto ricevuta da Lukaku. Alla fine il portiere degli Spurs decide contro il parere medico di restare in campo e poco dopo salva anche la sua porta con un bell'intervento. Il confronto si chiude dopo 9 minuti di recupero sullo 0-0.
CITY FORZA 7 - Vittoria convincente del Manchester City che affonda letteralmente il Norwich sotto una pioggia di gol. Finisce 7-0 all'Etihad Stadium una gara dominata dagli Skyblues in vantaggio al 16' su un'autorete di Johnson. Le reti di David Silva, Nastasic e Negredo concludono la sfida già nella prima frazione. Nella ripresa non cambia il canovaccio perchè gli uomini di Pellegrini infieriscono sui canarini andando ancora a segno con Yaya Tourè su punizione perfetta, il solito Aguero ed il subentrato Edin Dzeko a cui basta uno scampolo di partita per timbrare l'ultima rete del match.
PROSSIMO TURNO - Si preannuncia succulento il menù della prossima giornata di Premier League: in primo piano la sfida dell'Old Trafford Manchester United - Arsenal che segnerà uno spartiacque importantissimo per il proseguo del campionato. Turno all'apparenza semplice per Chelsea e Manchester City, impegnati rispettivamente in casa con il West Bromwich ed in trasferta a Sunderland. Desta interesse il confronto di White Hart Lane dove il Tottenham farà gli onori di casa al Newcastle del francese Pardew galvanizzato dal successo sul Chelsea.

A cura di Danilo Sancamillo

Twitter: @DSancamillo  

LEGGI IL RESOCONTO SETTIMANALE DELLA BUNDESLIGA

  Sabato 2 Novembre
Newcastle-Chelsea 2-0 (67' Gouffran, 80' Remy)

Fulham-Manchester United 1-3 (9' Valencia, 20' van Persie, 22' Rooney, 65' Kacaniklic)

Hull City-Sunderland 1-0 (25' aut. Cuellar)

Manchester City-Norwich City 7-0 (16' aut. Johnson, 20' Silva, 25' Nastasic, 36' Negredo, 60' Y. Touré, 71' Aguero, 86' Dzeko)

 Stoke City-Southampton 1-1 (1' Begovic (St), 42' Rodriguez (So))

WBA-Crystal Palace 2-0 (44' Berahino, 83' McAuley)

West Ham-Aston Villa 0-0

Arsenal-Liverpool 2-0 (19' Santi Cazorla, 58' Ramsey)

 Domenica 3 Novembre
Everton-Tottenham 0-0

Cardiff City-Swansea City 1-0 (62' Caulker)

  CLASSIFICA: Arsenal 25, Chelsea 20, Liverpool 20, Tottenham 20, Manchester City 19, Southampton 19, Everton 19, Manchester United 17, Newcastle 14, Hull City 14, WBA 13, Cardiff City 12, Swansea City 11, Aston Villa 11, West Ham 10, Fulham 10, Stoke City 9, Norwich City 8, Sunderland 4, Crystal Palace 3.