La Premier League 2012/2013 é andata in archivio nel segno delManchester United e di Sir Alex Ferguson. Lo straordinario manager dei Red Devils lascia dopo 26 anni di attività, la panchina diOld Trafford, al netto di un’innumerevole quantità di trofei raggiunti, fra cui il titolo della stagione attuale ed il mitico Treble del 1999. In evidenza il Tottenham di Villas Boas, lo Swansea di Laudrupmentre fra le delusioni a parte il City, si attesta il Liverpool ancora fuori dalle Coppe. soltanto la Premier é in grado di produrre storie incredibili come quelle del Wigan vincitore della Fa Cup contro ilManchester City e quindi promosso in Europa League ma retrocesso In seconda divisione a causa del terzultimo piazzamento in campionato. Nella prossima stagione non vi saranno Jamie Carragher, grande capitano del Liverpool e Sir Alex Ferguson, due pezzi da novanta che depauperano la Premier di un contributo tecnico e simbolico davvero inestimabile.
Questi i verdetti:
CAMPIONE: Manchester United
CHAMPIONS LEAGUE: Manchester United, Manchester City, Chelsea, Arsenal ( preliminari)
EUROPA LEAGUE : Tottenham, Swansea, Wigan
FA CUP: Wigan
LEAGUE CUP : Swansea
RETROCESSE: Wigan, Reading, Qpr,
PROMOSSE: Cardiff City, Crystal Palace, Hull City
MANCHESTER UNITED - La squadra di Ferguson ha vissuto una stagione esaltante, aggiudicandosi con largo anticipo lo scettro di campione, attraverso un campionato straordinario, fatto di continuità di rendimento e risultati. L’uomo che ha spostato gli equilibri é stato senza dubbio Robin Van Persie, letale bocca da fuoco della manovraRed Devils, a segno ben 26 volte in stagione, fregiandosi fra l’altro del titolo di capocannoniere. Unico rammarico é costituito dall’eliminazione agli ottavi di Champions League subita ad opera del Real Madrid in una gara sfortunata condizionata dagli svarioni del turco Cakir reo di aver espulso Nani troppo severamente consentendo così ai blancos di passare un pò fortunosamente il turno. L’addio del condottieroFerguson lascia un’eredità pesante al successore Moyes che però otterrà in dote una squadra solida e relativamente giovane semplicemente da puntellare in favore di una prospettiva ancora vincente.
MANCHESTER CITY- La squadra dello sceicco Mansour é stata la grande delusione della stagione a dispetto delle risorse economiche pressoché illimitate. Identità di squadra assente, gerarchie indefinite ed un’impronta di gioco latitante tra le mancanze da imputare al tecnicoRoberto Mancini. Il campionato del Manchester City é stato contraddistinto da un andamento a dir poco intermittente e raramente convincente. I citizens non sono riusciti a riconfermare quanto di buono fatto nella passata stagione, giungendo ad un insoddisfacente secondo posto senza mai aver insidiato fortemente la galoppata trionfante dei cugini, con l’aggravante di una nuova eliminazione nei gironi di Champions League, chiusa mestamente in ultima posizione, senza nemmeno la consolazione di un posto in Europa League. A completare una stagione più che deludente, anche la sconfitta beffa nella finale di FA Cup ad opera del retrocesso Wigan Athletic, ultima goccia di un vaso traboccante sfociato nell’esonero di Mancini. A dimostrazione della confusione dilagante in casa City vi é il fatto che il Miglior realizzatore sia stato Edin Dzeko, lasciato a marcire in panchina per lunghi tratti della stagione salvo poi entrare e togliere le castagne dal fuoco in maniera quasi sistematica. Le sue 14 reti in 32 presenze per quanto quasi sempre determinanti sono sintomatiche di un potenziale svilito che potrebbe portare la punta bosniaca lontano da Manchester. Tuttavia con l’avvento del corso Pellegrini e la prospettiva di un mercato faraonico, gli Skyblues potranno presto invertire la rotta.
CHELSEA -Dopo la rocambolesca conquista della Champions nello scorso anno, la stagione dei Blues é iniziata piuttosto in salita. Andamento discontinuo ed eliminazione prematura dalla fase a gironi della Champions League, conclusa al terzo posto. Il cambio di panchina ha lentamente giovato ai londinesi e la regolarità portata da Rafael Benitez ha prodotto un terzo posto dal sapore europeo impreziosito dalla conquista dell’Europa League. Altro trofeo europeo aggiunto in bacheca che salva l’altrimenti deficitaria stagione, iscrivendo peraltro il nome del Chelsea tra quelle società vincenti in tutte le competizioni europee, con due Coppa delle Coppe unaChampions League, Europa League ed una Supercoppa Europea. Unico rammarico della gestione del tecnico iberico, la sconfitta nelMondiale per club ad opera del Corinthians. Elemento cardine dell’armata di Benitez, neanche a dirlo, é stato Frank Lampardprotagonista di una stagione sontuosa culminata con 15 marcature ed il traguardo delle 200 reti ufficiali in maglia Blues. Davvero niente male per un centrocampista.
ARSENAL- Grande stagione per gli uomini di Wenger capaci di classificarsi al quarto posto, oro colato in relazione alla partenza con il freno a mano tirato che aveva fortemente pregiudicato gli obiettivi deiGunners. Alla fine la squadra biancorossa ha riflesso le prerogative del suo tecnico, il sempreverde Wenger in grado di svolgere un redditizio lavoro con i giovani plasmando la sua formazione secondo uno stile di gioco riconoscibile ed apprezzabile oltre che proficuo. Una parte finale di stagione da incorniciare ha permesso all’Arsenal di piazzarsi incredibilmente al quarto posto centrando i preliminari di Championsai danni del Tottenham preceduto di appena un punto. Determinante nell’economia di quanto di buono fatto dai Gunners, l’apporto diSantiago Cazorla voluto a gran voce da Wenger ed impiegato in tutte e 38 le gare del campionato corredate fra l’altro da 12 reti. Una sottolineatura anche per l’eterna promessa Theo Walcott, finalmente sbocciato con 32 presenze e 14 reti realizzate. L’auspicio é che il talento inglese possa continuare sulla stessa linea di continuità mostrata nel corso di questo campionato sinonimo di una maturità finalmente acquisita
EUROPA LEAGUE : Tottenham, Swansea, Wigan
TOTTENHAM - Un quinto posto che lascia l’amaro in bocca per gliSpurs di Villas Boas, autentica rivelazione del torneo britannico, tuttavia incompiuta. Non é bastato al Tottenham l’abbattimento del record di punti nella massima divisione inglese per centrare laChampions. Infatti nel duello senza soluzione di continuità conEverton ed Arsenal l’hanno spuntata i Gunners per un punto. Tuttavia non si possono dimenticare i 72 punti totalizzati e la mole di gioco espressa sia nei confini nazionali che in Europa League. Un crescendo di prestazioni e consapevolezza emersa da vittorie in partite contro avversari blasonati, vedi Manchester United ed Inter soddisfazioni di una stagione comunque molto positiva. Sugli scudi uno strepitosoGareth Bale senza dubbio il miglior calciatore del torneo. L’ala gallese in grado di ricoprire molteplici ruoli nel corso della gara é stato l’alfiere del tecnico lusitano riuscendo a realizzare addirittura 21 reti di cui la metà sono risultate essere prime marcature degli incontri, quindi con un peso specifico notevole per gli Spurs. Una crescita esponenziale che non é passata inosservata ai top club europei pronti a fare follie per accaparrarsi l’ala gallese. Per il ventitreenne si profila un futuro inChampions, lontano da Londra. Su di lui sembra intenzionato a puntare il Real Madrid mettendo sul piatto fino a 100 milioni di euro.
SWANSEA – Altra rivelazione della stagione é costituita dalle truppe diLaudrup. I cigni hanno consolidato la buona stagione vissuta l’anno scorso continuando a fare calcio nonostante qualche cessione illustre, con lo stesso impianto di gioco, un 4-3-3 di chiaro stampo offensivo ma più equilibrato rispetto a quello di Brendan Rodgers. Il buon piazzamento stagionale passa in secondo piano rispetto alla conquista della Coppa di Lega nazionale ottenuta su un percorso impervio fatto di eliminazioni illustri prima del trionfo finale contro il Bradford. In un collettivo decoroso a spiccare sono le qualità del centrocampista De Guzman e delle ali Routledge e Dyer; ma soprattutto l’individualità dello spagnolo Michu artefice di gran parte dei buoni risultati degliSwans con 18 segnature in 35 match.
WIGAN - Una stagione dal sapore agrodolce per i Latics, retrocessi inaspettatamente al fotofinsh. Un insuccesso bilanciato dalla conquista dell’FA Cup, trofeo che vale quanto un campionato, gioia di proporzioni gargantuesche per i supporter biancoblu che certamente perdoneranno ai loro ragazzi lo scivolo in Championship dal quale é probabile possano risalire già nel prossimo anno. Non sono bastate le 11 reti di Arouna Koné e le 5 marcature di Di Santo, elementi di spicco dei Latics, per centrare una salvezza sfumata all’ultimo respiro. In un simile contesto, la palma del migliore non può che andare a Ben Watson, ruvido centrocampista, autore di una stagione abbastanza anonima, cancellata con l’incornata vincente nella finale contro il City.
READING- la squadra di Sir Madejski, progetto ambizioso, non é riuscita a confermarsi in Premier nonostante i buoni presupposti di inizio stagione. Il tracollo finale ha evidenziato i limiti caratteriali di un gruppo variegato, composto da giovani timorosi ed esperti innesti di categoria per lo più giunti al capolinea. Il risultato é stato un fallimento globale che deve indurre al patron dei Royals più di una riflessione. InChampionship bisognerà ripartire dal centravanti Le Fondrecapocannoniere della squadra con 12 gol in 34 presenze che hanno tenuto a galla la compagine allenata da McDermott fino all’ultima parte della stagione, quando dopo il cambio di panchina con Adkins, l’equipaggio del vascello biancoblu ha tirato i remi in barca, naufragando nelle torbide acque della retrocessione.
QPR- L’altra grande delusa della Premier 2012/2013 é senza dubbio alcuno il Queens Park Rangers, presentatasi ai nastri di partenza forte di una squadra dotata di elementi dalla dimensione internazionale come Julio Cesar, Esteban Granero, Park Ji Sung e Bosingwa, naviganti di lungo corso implementati in una rosa interessante espressasi su livelli infimi. Tra le cause del fallimento l’assenza di terminali offensivi di qualità, lacuna a cui si é ovviato tardivamente con l’innesto di Loic Remy. Il tutto si é risolto con La formazione di una infruttuosa orchestra di buoni solisti incapace di recitare uno spartito decente. L’ultima posizione per quanto sorprendente é stata la naturale conclusione di un ibrido mal assemblato nel quale é mancata l’amalgama giusta per esprimere le potenzialità di elementi dotati ma forse ossidati dal tempo.
LA SORPRESA: BENTEKE - Si chiama Christian Benteke ed è un centravanti belga in forza all’Aston Villa. Al primo anno di Premier League nonostante le difficoltà della sua squadra, è riuscito a timbrare19 volte il cartellino risultando decisivo per la salvezza dei Villans. Uno score di tutto rispetto ed un repertorio piuttosto variegato che ha colpito diversi club europei pronti ad investire sul giovane attaccante.
LA DELUSIONE: IL LIVERPOOL – La squadra di Brendan Rodgersè finita fuori dalle coppe europee. Un progetto ambizioso improntato su tanti, forse troppi giovani e su un allenatore in grado di proporre un tipo di calcio offensivo, naufragato però nella discontinuità. Il tecnico gallese non è riuscito a ripetere la strepitosa annata vissuta con lo Swansea ed il Liverpool ha condotto un campionato fatto di poche soddisfazioni, qualche lampo di buon calcio svilito dalle tantissime delusioni. Alla fine l’uomo simbolo dell’annata dei Reds è quel Luis Suarez, campione uruguayano da cui sono dipese gran parte delle sorti della squadra, tanto bravo con il pallone tra i piedi quanto protagonista di discutibili vicende etiche, partendo dagli episodi di razzismo contro Evra, passando per le esultanze provocatorie come quella sfoggiata nel derby contro l’Everton per terminare con il morso rifilato ad Ivanovic. Un caleidoscopio di comportamenti ed atteggiamenti in linea con la stagione del Liverpool, consegnata alla mediocrità
LA GARA PIU’ PAZZA: L’INCREDIBILE IMPRESA DEL WATFORD - Per gli esperti conoscitori del campionato inglese il momento più alto ed intenso della stagione è senza dubbio relativo ai Play-off della seconda divisione inglese, la Championship. Una finale che vale oltre alla promozione anche un trofeo nella cornice fantastica di Wembley, una partita che fattura quanto un Milan-Juventus per intenderci. Ad aggiudicarsi la posta in palio è stato il Crystal Palace che ha sconfitto per 1-0 il Watford protagonista però di una semifinale al cardiopalma terminata in maniera piuttosto insolita con un’alta dose di fibrillazioni nei fantastici minuti finali, spot ideale delle grandi emozioni che soltanto il calcio può suscitare.
A cura di Danilo Sancamillo
Twitter: @DSancamillo
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