venerdì 15 novembre 2013

ASTRI NASCENTI Andros Townsend, sterzate, dinamismo e profondità per l'esterno mancino del Tottenham (VIDEO)

Nome completo: Andros Darryl Townsend
Data di nascita: 16.07.1991
Luogo di nascita: Walthamstow
Età: 22
Altezza: 1,83
Nazionalità: Inghilterra
Ruolo: Centrocampo - Ala sinistra, ala destra
Piede: sinistro
Numero maglia: 17
Valore di mercato: 6.500.000 €

Andros Townsend é un calciatore inglese di origini cipriote e giamaicane, esploso quest'anno tra le fila del Tottenham, club dal quale in passato ha rischiato di separarsi in più di un'occasione. Dopo aver girovagato per diverse città inglesi in prestito, il ragazzo di ritorno alla casa base, complice qualche circostanza fortunata é stato lanciato quasi per caso da Villas Boas divenendo titolare inamovibile fino a guadagnarsi il posto in nazionale, con la quale é andato in gol all'esordio contribuendo a portare la selezione di Hodgson ai mondiali attraverso due buonissime prestazioni contro Montenegro e Polonia.
CARATTERISTICHE TECNICHE - Townsend, classe '91, è un centrocampista esterno, appartenente a quella scuola inglese, in grado di sfornare illustri interpreti nel ruolo di ala, basti pensare a Beckham, Lennon, Walcott ma anche ai gallesi Bale e Giggs affermatisi proprio nella massima divisione inglese. Mancino naturale, l'esterno britannico può giocare indipendentemente sia sull'out sinistro che destro, posizione dalla quale, schierato con il cosiddetto piede opposto riesce a far valere l'attitudine ad accentrarsi per liberare il tiro costituendo un'autentica spina nel fianco per le difese avversarie. Nelle sue disponibilità rientrano tutte le prerogative dell'ala moderna: molto veloce ed agile nello stretto, il calciatore del Tottenham possiede requisiti fisici di prim'ordine, 183 cm di altezza, distribuiti su 80 kg di muscoli. Una conformazione fisica che lo rende imprendibile quando parte in progressione, anche in virtù di eccellenti proprietà tecniche nell'uno contro uno. Serpentine, accelerazioni e sterzate improvvise ne caratterizzano il repertorio così come il movimento senza palla, efficace in profondità sia nel guadagnare il fondo per il cross che nei tagli verso il centro. Esuberanza fisica associata ad un grande talento, propensione all'assist per i compagni sono le evidenti qualità di questo giovane frenato in passato soltanto da qualche limite caratteriale che ha rischiato di relegarlo in una dimensione sottostimata rispetto alle sue reali potenzialità.
CARRIERA - Andros Townsend é nato a Walthamstow il 16-07-1991. Suo padre é originario della Giamaica ed allena nelle serie minori mentre il suo nome presenta chiare estrazioni elleniche, essendo la nonna materna cipriota. Il ragazzo ha emesso i primi vagiti calcistici proprio nel suo attuale club, il Tottenham Hotspurs con il quale iniziò a giocare all'età di 9 anni. La sua carriera professionistica é stata connotata da continui cambi di maglia, ben 9 a dispetto della giovanissima età, variazioni che hanno determinato un incremento del tasso di esperienza senza intaccare la sicurezza di questo esterno dalla personalità pronunciata e dal carattere variopinto. Nella stagione 2008/2009 Townsend, non ancora maggiorenne, approda allo Yeovil Town, club con il quale disputa la League One, equivalente della Serie C italiana, totalizzando 10 presenze coronate da un gol, siglato nella sfida casalinga persa contro l'Hartlepool per 3-2. L'anno seguente si interessa a lui il Leyton Orient, altra compagine della League One con la quale l'esterno offensivo si mette in luce assemblando 22 gettoni conditi con un assist e 2 reti, decisiva quella di destro messa a segno nella vittoria di misura contro il Millwall. Il suo carattere instabile tuttavia sancisce il divorzio dal club londinese nella sessione di gennaio quando Townsend approda al Milton Keynes Dons, anch'esso partecipante alla League One. Con la nuova divisa il giovane di proprietà del Tottenham continua d esprimersi su buoni livelli siglando 2 reti e due assist in 9 presenze. La sua esperienza nella terza divisione inglese si conclude quindi con 41 presenze contornate da 5 reti e tre assist. Un bottino che unito agli interessanti numeri esibiti dal ragazzo sollecita le attenzioni di alcuni club di Championship, ovvero la Serie B inglese. Nello stesso anno Townsend entra a far parte della selezione Under 19 inglese senza tuttavia brillare eccessivamente, 4 presenze e nessuna perla da ricordare.
IL MANCATO TRASFERIMENTO A MILLWALL - La prima squadra a spuntarla é l'Ipswich accordatasi con gli Spurs per il prestito secco. L'avventura con i Tractor Boys non é foriera di grandi soddisfazioni per Andros, il quale al termine di 13 gare disputate ed appena una rete, fa ritorno al Tottenham. Il 9 gennaio del 2011 il talento inglese scende in campo nella sfida di FA Cup tra gli Spurs ed il Charlton, schierato in qualità di ala sinistra. In quel giorno il ragazzo realizza la sua prima rete a White Hart Lane di destro. Dopo la breve parentesi corredata da un gol alla casa madre, il ragazzo viene girato nuovamente in prestito, stavolta al Watford. Un'esperienza lampo quella in maglia giallorossa dalla quale si separa a distanza di appena un mese dopo 3 presenze ed un assist. A marzo Townsend si trasferisce in prestito al Millwall che gli garantisce un impiego maggiore, consentendo al calciatore di ritrovare la serenità adatta per esprimere il suo talento. Il centrocampista natio di Walthamstow non delude la fiducia riposta in lui, firmando 2 gol ed altrettanti assist in 11 gare con indosso la casacca dei Lions. Le sue prestazioni crescono nel 4-2-3-1 disegnato dal manager Jackett tanto da convincere la dirigenza del club del sud est di Londra ad inoltrare al Tottenham una proposta di 500.000 sterline per acquisirne il diritto alle prestazioni sportive a titolo definitivo.
IL PRIMO GOL EUROPEO E LE LACRIME - Le carriere dei calciatori passano spesso dalle decisioni di manager e direttori sportivi, non fa eccezione quella di Townsend, ragazzo dal carattere difficile ma di indiscusso talento le cui punte caratteriali necessitano di una temperata nel tempo per plasmare un formidabile calciatore. I vertici dirigenziali degli Spurs rifiutano la proposta, dimostrando di credere nella giovane ala che inizia la stagione 2011/2012 tra le fila del club londinese, senza mai scendere in campo in Premier League, giocando però il girone eliminatorio di Europa League per far rifiatare le prime linee. L'allora ventenne esterno inglese da prova di grande duttilità venendo impiegato inizialmente da terzino sinistro per poi scalare sulla linea dei centrocampisti. Il 15 dicembre 2011, segna il suo primo gol europeo, il secondo in maglia Spurs, nella partita di Europa League contro lo Shamrock Rovers. Una dedica particolare, di un commosso Townsend indirizzata al fratello scomparso dieci anni prima in un incidente stradale.
Nella sessione invernale la società decide di trovare una nuova sistemazione al calciatore, ancora in prestito, questa volta al Leeds, squadra militante in Championship, per osservarne i margini di crescita. Altra esperienza fugace con i Peacocks poiché Townsend incontra diverse difficoltà nell'ambientamento scendendo in campo appena in 6 occasioni. Al debutto in maglia Whites, il calciatore confeziona subito un assist e viene nominato uomo partita. Il primo ed unico centro della sua parentesi a Leeds si consuma nella sfida vinta 3-2 contro il Doncaster Rovers.
Nella sessione invernale il calciatore chiede la cessione, trasferendosi così in una nuova compagine della Championship, il Birmingham. Con la casacca dei Blunoses Townsend diviene subito un elemento cardine dell'infrastruttura di gioco di Mister Hughton, collezionando 16 presenze adornate da 4 assist vincenti. A fine stagione torna a Londra dove fatica non poco a trovare spazio, rimanendo di frequente a scaldare la panchina per subentrare in scampoli di partita, facendo la spola tra L'Under 21 degli Spurs dove eccelle con reti ed assist e la prima squadra, nella quale é relegato in disparte. Il tecnico lusitano Villas Boas lo considera una componente del suo progetto tattico. Tuttavia il numero 17 sembra ancora troppo acerbo per fornire il giusto contributo, chiuso peraltro da gente come Lennon e Bale.
Visto il poco utilizzo, appena 3 presenze, tutte da subentrato nei minuti finali, nel mese di gennaio il manager degli Spurs avalla la scelta di spedirlo in prestito per maturare ulteriore esperienza, stavolta in Premier League. Per il calciatore nessun brusco cambio di abitudini - risultato deleterio in passato per i suoi progressi - poiché finisce al QPR, club londinese allenato da Redknapp. Sotto l'egida dell'esperto tecnico inglese il calciatore sboccia trovando la sua collocazione ideale nel ruolo di ala destra, brillante intuizione di Redknapp per le sorti del giovane calciatore inglese. Con la maglia delle "Guardie della Regina" Townsend si mette in evidenza racimolando 12 gettoni, impreziositi da 2 reti e due assist. Memorabile la prestazione contro il il Sunderland nella quale, sempre da ala destra, sigla una rete e serve due assisti partecipando in maniera determinante al 3-1 dei suoi. L'elevato rendimento offerto nel corso della stagione convince il selezionatore dell'Under 21 inglese ad aggregarlo al gruppo, con il quale disputa 3 gare valide per le qualificazioni agli Europei di categoria.
LA SOSPENSIONE PER GIOCO D'AZZARDO E L'ESPLOSIONE - Quando tutto sembra propendere in direzione favorevole al talento inglese, il ritorno al Tottenham viene macchiato dall'ennesimo incidente di percorso, testimonianza di un carattere complicato, vero freno alla fioritura di questo calciatore: La FA lo multa per un importo di 18.000 sterline accompagnando la sanzione amministrativa ad una sospensione di tre mesi per una grave infrazione al regolamento della Football Association, (“Your reputation, your responsibility, your career”). Motivo del provvedimento, l'attitudine del calciatore al gioco d’azzardo, attività al quale il ragazzo si è sempre professato avulso, benché la presenza di diversi software applicativi dedicati alle scommesse rinvenuti sul suo smartphone, sembri smentire nettamente la tesi innocentista sostenuta da Townsend.
Questo grave episodio non interrompe la predestinata ascesa dell'esterno mancino il quale al termine di tre mesi di calvario può beneficiare di quella che i greci chiamano Kairos, ovvero la circostanza fortunata, il giusto momento: Un infortunio occorso a Lennon contestualmente alle carenze strutturali di una rosa in via di definizione dopo la cessione di Bale, a quei tempi vero e proprio cantiere aperto, suggerisce a Villas Boas, "obtorto collo" di fare del calciatore un titolare ad interim. Townsend coglie l'attimo fuggente vedendo la luce dopo i ripetuti prestiti, le difficoltà ambientali, i freni derivanti dai suoi comportamenti poco etici lontani dal campo. L'ala inglese estrapola tutto il bagaglio di esperienza conquistato in anni difficoltosi, convertendo la rabbia ed i duri sacrifici in prestazioni formidabili. Dalla seconda di campionato il creativo e profondo esterno d'attacco é divenuto inamovibile per Villas Boas, realizzando una rete ed un assist in campionato, arricchendo il suo score con una rete e due assist in Europa League. Le sue performance appaiono così efficaci da convincere Hodgson, Dulcis in fundo, a dargli una chance in nazionale per fornire alla selezione inglese l'energia necessaria allo sprint finale per approdare ai Mondiali, in programma in Brasile a partire dal Giugno 2014. Neanche a dirlo Townsend cavalca l'onda dell'entusiasmo offrendo sontuose prove nelle sfide decisive contro Il Montenegro e la Polonia, giocate entrambe da titolare, siglando la sua prima rete in maglia inglese, proprio al debutto contro la selezione montenegrina, ad appena 22 anni e due mesi.
VALUTAZIONE - La recente deflagrazione del talento britannico ha incrementato esponenzialmente le sue quotazioni di mercato che si attestano all'incirca sui 6,5 milioni di euro, una cifra decuplicata rispetto a due anni fa. Il calciatore inglese ha di recente firmato il prolungamento contrattuale con la società del presidente Levi, legandosi agli Spurs fino al 2017 per un onorario di 15.000 sterline a settimana. Difficile quindi ipotizzare che il Tottenham e Villas Boas possano privarsi di un calciatore di simili qualità e così grandi margini di miglioramento, considerati i 22 anni di età che rimandano ad un futuro luminoso minato unicamente dalle sregolatezze della sua variegata personalità finora gestita proficuamente dal tecnico lusitano. A cura di Danilo Sancamillo Twitter: @DSancamillo  
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mercoledì 6 novembre 2013

PREMIER LEAGUE 10^ Giornata: il portiere dello Stoke si improvvisa goleador. Vola l'Arsenal crolla il Chelsea. Sette squilli del City




 Boruc guarda incredulo la palla entrare[/caption] L'undicesima giornata della Premier League si conferma piena di colpi di scena, con emozionanti sfide e reti improbabili. Non scorderà facilmente questo turno Begovic, estremo difensore dello Stoke City, bomber improvvisato a segno su rinvio tra lo stupore e l'estasi generale. Cade il Chelsea di José Mourinho perdendo l'occasione di sovrastare il Liverpool, uscito sconfitto dal confronto con la capolista Arsenal. Sette squilli per il Manchester City, soltanto tre, si fa per dire, per lo United vittorioso a Craven Cottage. Termina a reti bianche un bel confronto tra Everton e Tottenham.

  MOURINHO MAI VINCENTE A NEWCASTLE - Fatale la trasferta a Saint James's Park per il Chelsea sconfitto con un secco 2-0. In un campo dove Mourinho non ha mai vinto, i Blues non offrono la miglior versione di se, soffrendo la velocità degli esterni Magpies. Al termine di un primo tempo caratterizzato soltanto da un doppio sussulto nella stessa azione di Torres ed Ivanovic, i padroni di casa impongono il proprio ritmo, riuscendo a trovare la rete su un calcio piazzato telecomandato di Cabaye incornato da Yoann Gouffran all'angolino sinistro di Cech. Nel finale é Loic Remy a mettere il punto esclamativo sull'affermazione Magpies trafiggendo l'estremo difensore Blues con un sinistro in area che sbatte sul palo e si infila in porta. Il Chelsea perde l'occasione di poter rosicchiare punti al Liverpool e di conquistare la seconda posizione in solitaria.

ARSENAL CAPOLISTA - Non tradisce la minima esitazione l'Arsenal di Arsene Wenger. Una squadra che riesce a coniugare finezza estetica nella manovra a grandissima funzionalità. All'Emirates Stadium i Gunners fanno un sol boccone del Liverpool di Brendan Rodgers vincendo con un netto 2-0. Il vantaggio dei padroni di casa porta il timbro di Santiago Cazorla, al primo centro stagionale in Premier League. L'esterno iberico colpisce il palo di testa su cross di Sagna ed é il più lesto ad avventarsi sulla respinta per ribadire in rete al 19'. Nella ripresa chiude la gara l'ennesimo straordinario gol di Aaron Ramsey: un destro chirurgico da fuori area che non lascia scampo a Mignolet. Stacca le inseguitrici la squadra di Wenger ora a più cinque sul secondo posto.
UNITED A DOMICILIO - Successo a domicilio per il Manchester United presentatosi a Craven Cottage per dare continuità al suo campionato. Gli uomini di Moyes si impongono per 3-1 sul Fulham mettendo le cose in chiaro già nella prima frazione. I Red Devils passano al 9' con Valencia servito da Rooney in area. Raddoppio firmato da Van Persie imbeccato in profondità da Januzaj. lo stesso attaccante olandese veste i panni del suggeritore affidando a Rooney un comodo pallone per il tris. Nella ripresa serve solo per il tabellino il gol dei Cottagers siglato dal neoentrato Kacaniklic, un destro dalla distanza sporcato da Rooney quel tanto che basta per mettere fuori causa De Gea. Successo importante per lo United, ancora distante dal vertice che però recupera punti alle dirette avversarie. Un'autorete di Cuellar al 25' condanna il Sunderland ridotto in 9 uomini all'ennesima sconfitta, stavolta sul campo dell'Hull City che grazie al prezioso risultato si stacca dalla bassa classifica raggiungendo quota 14, più sei dal terzultimo posto.
GOL STORICO PER BEGOVIC - Si conclude con un pareggio 1-1 la sfida del Britannia Stadium fra lo Stoke City ed il Southampton che passerà agli annali per la rete dell'estremo difensore dei Potters Asmir Begovic, uno che in genere i gol è abituato ad evitarli. L'inaspettata rete del portiere biancorosso arriva al secondo minuto quando il bosniaco rinvia un pallone giunto nella sua area. La sfera percorre tutto il campo rimbalzando all'altezza del semicerchio delimitante l'area di rigore del Southampton. Il portiere dei Saints Boruc proiettatosi un po fuori dai pali per abbrancare la sfera si lascia ingannare dal rimbalzo venendo  scavalcato da quest'ultima. Tra la gioia incredula dei presenti si consuma il vantaggio dei padroni di casa. Al 42' Jay Rodriguez recupera la situazione schiacciando di testa un cross di Ward-Prowse: la palla assume una traiettoria che supera Begovic e si infila sotto la traversa. Prezioso punto salvezza per i Potters adesso a più uno dallo scivolo Championship. Pari esterno su un campo non semplice utile anche al Southampton per nutrire la propria classifica e mantenersi ai piani alti. Finisce 0-0 il confronto di Boleyn Ground tra West Ham ed Aston Villa il cui bomber Benteke, a secco da 5 partite, colpisce la traversa perdendo l'occasione di assegnare i tre punti ai suoi.
DERBY GALLESE AL CARDIFF - E' il Cardiff City ad imporsi nella prima storica edizione di un derby gallese nella Premier League contro lo Swansea. In uno stadio tutto esaurito i Bluebirds si aggiudicano meritatamente una partita non entusiasmante contro i più quotati rivali. A dirimere la questione una rete da calcio d'angolo siglata dall'ex Caulker nella ripresa che fa esplodere i supporters di casa. Nel finale l'espulsione dell'estremo difensore dello Swansea Vorm, fallo da ultimo uomo su Odemwingie lanciato a rete, costringe la squadra di Laudrup in dieci con Angel Rangel improvvisatosi portiere. Il difensore iberico salva il passivo con una bella parata su punizione ma gli Swans non riescono a mettere in pratica una reazione convincente per strappare il pareggio ai Bluebirds
LUKAKU METTE KO LLORIS - Prevale l'equilibrio anche in Everton-Tottenham interessante sfida tra due compagini ambiziose entrambe decise a puntare all'Europa. Un tempo per parte a Goodison Park con gli Spurs che si lasciano preferire nella prima frazione con un frizzante Andros Townsend, autentica spina nel fianco sul fronte destro d'attacco. Nella ripresa la formazione di Martinez -  il quale ha scelto di adottare un 4-2-3-1 modulo speculare a quello del collega Villas Boas, per intasare gli spazi - inizia a prender le misure agli avversari mostrando maggior brillantezza. L'ingresso di Barkely e Deloufeu rivitalizza i padroni di casa autori di  alcune buone occasioni, sventate dal prode Lloris. Paura per il portiere francese che resta a terra in seguito ad una ginocchiata al volto ricevuta da Lukaku. Alla fine il portiere degli Spurs decide contro il parere medico di restare in campo e poco dopo salva anche la sua porta con un bell'intervento. Il confronto si chiude dopo 9 minuti di recupero sullo 0-0.
CITY FORZA 7 - Vittoria convincente del Manchester City che affonda letteralmente il Norwich sotto una pioggia di gol. Finisce 7-0 all'Etihad Stadium una gara dominata dagli Skyblues in vantaggio al 16' su un'autorete di Johnson. Le reti di David Silva, Nastasic e Negredo concludono la sfida già nella prima frazione. Nella ripresa non cambia il canovaccio perchè gli uomini di Pellegrini infieriscono sui canarini andando ancora a segno con Yaya Tourè su punizione perfetta, il solito Aguero ed il subentrato Edin Dzeko a cui basta uno scampolo di partita per timbrare l'ultima rete del match.
PROSSIMO TURNO - Si preannuncia succulento il menù della prossima giornata di Premier League: in primo piano la sfida dell'Old Trafford Manchester United - Arsenal che segnerà uno spartiacque importantissimo per il proseguo del campionato. Turno all'apparenza semplice per Chelsea e Manchester City, impegnati rispettivamente in casa con il West Bromwich ed in trasferta a Sunderland. Desta interesse il confronto di White Hart Lane dove il Tottenham farà gli onori di casa al Newcastle del francese Pardew galvanizzato dal successo sul Chelsea.

A cura di Danilo Sancamillo

Twitter: @DSancamillo  

LEGGI IL RESOCONTO SETTIMANALE DELLA BUNDESLIGA

  Sabato 2 Novembre
Newcastle-Chelsea 2-0 (67' Gouffran, 80' Remy)

Fulham-Manchester United 1-3 (9' Valencia, 20' van Persie, 22' Rooney, 65' Kacaniklic)

Hull City-Sunderland 1-0 (25' aut. Cuellar)

Manchester City-Norwich City 7-0 (16' aut. Johnson, 20' Silva, 25' Nastasic, 36' Negredo, 60' Y. Touré, 71' Aguero, 86' Dzeko)

 Stoke City-Southampton 1-1 (1' Begovic (St), 42' Rodriguez (So))

WBA-Crystal Palace 2-0 (44' Berahino, 83' McAuley)

West Ham-Aston Villa 0-0

Arsenal-Liverpool 2-0 (19' Santi Cazorla, 58' Ramsey)

 Domenica 3 Novembre
Everton-Tottenham 0-0

Cardiff City-Swansea City 1-0 (62' Caulker)

  CLASSIFICA: Arsenal 25, Chelsea 20, Liverpool 20, Tottenham 20, Manchester City 19, Southampton 19, Everton 19, Manchester United 17, Newcastle 14, Hull City 14, WBA 13, Cardiff City 12, Swansea City 11, Aston Villa 11, West Ham 10, Fulham 10, Stoke City 9, Norwich City 8, Sunderland 4, Crystal Palace 3.

lunedì 21 ottobre 2013

FOCUS BUNDESLIGA Il Friburgo di Streich


Il Friburgo é una società calcistica fondata nel 1904 nell'omonima città situata nella regione del Baden-Württemberg. Il simbolo nella stemma, adottato a partire dal 1909 -anno della definitiva fusione che ha dato i natali al club - rappresenta una testa di grifone, con la quale si identificava la zecca cittadina. L'eccellente stagione 1993-1994 fece si che i calciatori dell'epoca venissero soprannominati Breisgau-Brasilianer, ovvero Brasiliani di Brisgovia termine che coniugava il divertente stile di gioco con la denominazione per esteso della città, vale a dire Friburgo in Bresgovia. Quest'anno la squadra allenaata dal pigmalione Streich deve confermare la brillante stagione precedente culminata con la conquista dell'Europa League, consolazione per il posto Champions sfuggito proprio all'ultima giornata, a vantaggio dello Schalke 04. Grande merito va attribuito all'allenatore Streich il quale ha rilevato la squadra due anni orsono a fondo classifica, centrando la salvezza per poi vivere l'entusiasmante cavalcata europea l'anno successivo. Il mercato é stato piuttosto insufficiente per alimentare le ambizioni del piccolo club biancorosso, depredato dei suoi migliori elementi quali il bomber Kruse, volato a Mönchengladbach, il polifunzionale centrocampista Caligiuri, ceduto al Wolfsburg, partenze seguite dagli addii di Makiadi, Flum e Rosenthal, con . Non tutti i rimpiazzi sono stati all'altezza, malgrado l'arrivo di calciatori di esperienza come il centravanti Hanke, sul quale graverà il peso dell'attacco ed il mediano Gelson Fernandes, killer della Spagna ai mondiali del 2010, un passato tra le fila del Chievo e dell'Udinese. Punto interrogativo il convalescente Pilar, appiedato da un brutto infortunio nella scorsa stagione, ma in possesso di qualità rilevanti, esibite con la maglia della sua nazionale, la Repubblica Ceca. Il valore aggiunto della formazione é proprio la guida tecnica Streich, entrato in perfetta simbiosi con l'ambiente. Il suo 4-4-2 in linea si presenta come un modulo accorto che ha nell'organizzazione difensiva il punto di forza. Una mediana di sostanza più che di qualità sostiene il reparto avanzato,non molto tecnico ma potente e pericoloso soprattutto sulle palle inattive.
 ACQUISTI:
 Admir Mehmedi [Dynamo Kiev, prestito 300.000 €]
Denis Perger [FC Luka Koper, 30.000 €]
Francis Coquelin [Arsenal, prestito 200.000 €]
 Felix Klaus [Greuther Fürth, 1.100.000 €]
Gelson Fernandes [Sporting Lisbona, 400.000 €]
Vaclav Pilar [VfL Wolfsburg, prestito 200.000 €]
Mike Hanke [Borussia Mönchengladbach, svincolato]
Christopher Jullien [AJ Auxerre, svincolato]
 Vladimír Darida [FC Viktoria Plzen, 4.000.000 €]

Saldo: 6.230.000
 CESSIONI:
Mounir Bouziane [Mainz II svincolato]
 Denis Perger [Wehen Wiesbaden, prestito]
Cédric Makiadi [Werder Bremen 3.000.000 €]
Daniel Caligiuri [Wolfsburg2.800.000 €]
Max Kruse [Borussia Mönchengladbach2.500.000 €]
Johannes Flum [Eintracht Francoforte 2.000.000 €]
Beg Ferati [FC Sion 200.000 €]
Jan Rosenthal [Eintracht Francoforte svincolato]
 Simon Brandstetter [FC Rot-Weiß Erfurtsvincolato]
 Erik Jendrisek [FC Energie Cottbus svincolato]
 Saldo 10.500.000
 ROSA
 PORTIERI: 1 Oliver Baumann 36 Alexander Schwolow 19 Daniel Batz

 DIFENSORI 2 Pavel Krmaš 3 Fallou Diagne 5 Christopher Jullien 6 Vegar Eggen Hedenstad 30 Christian Günter 24 Mensur Mujdža 25 Oliver Sorg 41 Immanuel Höhn

 CENTROCAMPISTI 4 C Gelson Fernandes 8 C Václav Pilař 14 C Admir Mehmedi 17 C Jonathan Schmid 18 C Johannes Flum 20 C Francis Coquelin 21 C Ezequiel 23 C Julian Schuster 28 C Matthias Ginter 31 C Karim Guédé 32 C Marc Lais C Vladimír Darida

 ATTACCANTI 9 A Mike Hanke 11 A Garra Dembélé 22 A Marco Terrazzino 26 A Erik Jendrišek 33 A Mounir Bouziane 35 A Sebastian Freis All. Christian Streich

@DSancamillo

sabato 21 settembre 2013

Tra esigenze di bilancio e sacrifici illustri prende forma una Roma più solida

 

 Ore 23, tutto tace. Chiude i battenti il calciomercato, accompagnato nel suo ultimo giorno dai soliti tratti distintivi: colpi di coda, proposte indecenti, offerte last minute, valzer di scambi, moltitudine di telefonate, incontri e contatti fugaci. Non molto di questo susseguirsi di eventi ha riguardato i colori giallorossi il cui rappresentante istituzionale, Walter Sabatini non ha compiuto movimenti dell'ultimo momento. Si era tentato di intavolare un triplo scambio fra attaccanti, riguardante Borriello, ritenuto un fardello piu che un valore aggiunto, Gilardino e Quagliarella. Roba da massimi sistemi, incastri improbabili, strategie da esperti di domino. Alla fine il tutto si é risolto con un nulla di fatto, con buona pace del ds romanista il quale - c'é da scommettere - avrà consumato una dose industriale di tabacco, seduto a dissertare sui vari tavoli. Non c'é stato dunque il colpo a sorpresa per Rudi Garcia che può comunque disporre di un organico abbastanza completo. La campagna acquisti ha avuto una fisionomia ben delineata nel corso del tempo, scandito inizialmente da colpi emozionanti a cui sono seguitati, nella parte finale, cessioni dolorose che hanno interrogato una piazza già scontenta dopo il 26 Maggio, sulla coerenza della programmazione societaria messa in atto in due stagioni. Tuttavia passando in rassegna i vari movimenti effettuati dal ds Sabatini ci si accorge che - malgrado le difficoltà e le pastoie di un bilancio da risanare - le operazioni condotte in porto hanno contribuito a migliorare l'amalgama di squadra. In un rapporto tra partenti ed arrivi comunque produttivo sotto vari aspetti: CAMBIO DELLA GUARDIA - via Maarten Stekelenburg, stavolta definitivamente accasatosi al Fulham, club al quale sarebbe dovuto approdare già nel mese di gennaio salvo poi - in seguito ad un ribaltone di quelli da commedia grottesca - tornare indietro da Londra per finire la stagione nella Capitale. L'esperienza del numero uno olandese nei due anni in giallorosso, é stata di gran lunga inferiore alle aspettative. Dalla sua cessione la Roma ha ricavato quasi 6 milioni di euro.

 

 Al posto del legnoso numero uno Oranje é arrivato per 500 mila euro il trentaseienne Morgan De Sanctis. Inizialmente il suo arrivo non ha suscitato clamore poiché giunto non nei suoi anni migliori. É bastato però sentirlo parlare in conferenza stampa per evincere l'importanza di un elemento simile nella gestione di uno spogliatoio come quello giallorosso. Personalità ed attributi da vendere, grande loquacità. Un dialogo continuo con la difesa fatto di urla di incitamento e salaci strigliate.

 

MAICON AL POSTO DI PIRIS - Sulla destra il rinforzo ha una denominazione d'origine controllata, ed é quella di Maicon. Anche il terzino brasiliano ha vissuto i suoi anni migliori altrove, magari ha perso un po di smalto ma ginocchio permettendo, resta uno dei terzini più forti in circolazione. Il colosso porta in dote quel respiro internazionale che mancava al gruppo, innalzando il tasso di esperienza di una squadra giovane che necessità di simili integrazioni per temperare gli animi volubili e le insicurezze tipiche delle nuove generazioni. I dubbi sulla sua condizione inoltre sono stati spazzati via con prestazioni di una certa entità sia sotto il profilo fisico che tecnico. Un terzino di così alto livello a Roma non si vedeva dai tempi di Cafu e considerando che il brasiliano succede al volenteroso ma poco idoneo al calcio europeo, Ivan Piris il  miglioramento è quanto mai evidente. VIA MARCOS DENTRO BENATIA - Il reparto difensivo non potrà più contare su Marquinhos, andato a difendere dalle avanzate nemiche il sultanato della Torre Eiffel, irrorando di una verde linfa la retroguardia del Psg. Una scelta convalidata dai 35 milioni ricevuti dalla Roma per privarsi del miglior '94 in circolazione, giunto l'anno scorso per una cifra irrisoria e protagonista di un'ottima stagione nonostante le innumerevoli reti subite dai giallorossi.

   

Al suo posto é stato acquistato il difensore Medhi Benatia, molti anni di Serie A alle spalle. Il marocchino seppur meno brillante ed esplosivo dell'enfant prodige brasiliano offre garanzie elevate sotto il profilo difensivo avendo senso della posizione e precisione nei disimpegni. Un ottimo gregario in un ruolo dove il campione é più un lusso che una necessità. E' arrivato per 5 milioni anche l'interessante croato Tin Jedvaj, quest'ultimo ancora minorenne, tanto da aver bisogno di un permesso speciale della Fifa per calcare i verdi campi d'Italia. Il suo acquisto è una difesa del progetto giovani e sottolinea ancora la lungimiranza della società per i giovani prospetti. Qualcosa in più se ne saprà nel momento in cui il giocatore beneficerà dell’autorizzazione emessa da una sottocommissione della Fifa al giudizio della quale è sottoposto il trasferimento dei calciatori minorenni   L'AVVICENDAMENTO OSVALDO-GERVINHO - In avanti non c'é più Osvaldo. Eccolo li in Inghilterra, una carriera deragliata dai binari dell'alto rango calcistico che lo ha portato ad ammantare il suo corpo tatuato, con le vestigia dei Saints. Non esattamente il Manchester City, club al quale l'argentino si sentiva di poter ambire ma che invece gli ha preferito "el Tiburon" Alvaro Negredo, ennesimo duro colpo a chi presume di se qualità taumaturgiche che invece non gli appartengono.

 

 Il rimpiazzo scelto da Garcia é stato Gervinho, prelevato per una decina di milioni, poco più della metà di quanto incassato per privarsi dell'italo argentino. Gervinho ha caratteristiche differenti, non solo perché non é bello e pettinato ma perché é piu attento al gioco che al look senza andare per il sottile. Il suo innesto se da un punto di vista tecnico depaupera il reparto avanzato, dall'altro apporta variabili più funzionali al gioco di Garcia, risultando più confacente alle idee del tecnico transalpino. Profondità e sacrificio le sue peculiarità. Sotto porta non é implacabile ma più che la finalizzazione gli si chiede un lavoro utile alla squadra ed al suo equilibrio che l'ivoriano svolge con dedizione, giovando alla stesura della manovra ed al comportamento di squadra. LAMELA - LJAJIC STIGMATE DA PREDESTINATI - Veniamo a Lamela: il talento argentino ha lasciato la Capitale per andare nella City londinese, sotto l'insegna del Tottenham dell'ex Baldini che ha devoluto nelle casse della Roma altrettanti 35 milioni di euro. Una cifra talmente significativa da indurre la dirigenza a fare delle serie valutazioni economiche in prospettiva, in ragione di un rinnovo contrattuale dorato richiesto dall'entourage del calciatore. Il padre del ragazzo trovatosi un simil talento in casa, da tempo aveva cercato di trarre il massimo profitto proponendo il ragazzo ai club di mezza Europa. La Roma perciò ha ritenuto opportuno privarsi del calciatore il cui prolungamento contrattuale avrebbe richiesto un consistente conguaglio. Inoltre non va dimenticato che l'arrivo di Lamela a Roma fu contrassegnato da un cospicuo esborso economico, circa 20 milioni, costituendo un elevato rischio d'impresa: il calciatore pur lasciando intravedere margini interessanti, aveva deluso al suo primo anno. L'avvento di Zeman sulla panchina della Roma diede la giusta vitalità e continuità di impiego all'argentino. Nella prima parte di stagione Lamela incantò le folle d'Italia segnando anche diverse reti, per poi confinarsi - dopo l'esonero del boemo - entro spunti e giocate apprezzabili ma esibite con sempre meno assiduità.

 

In sua vece é giunto Ljajic, un accordo concluso a circa un terzo della cifra incassata dal Tottenham. Calciatore forse più idoneo per caratteristiche al tridente di Rudi Garcia, veloce, agile, incline alle verticalità. Il serbo ha nelle sue prerogative le movenze ed i tempi dell'esterno d'attacco, contrariamente al Coco argentino che - nato trequartista - ha dovuto adattarsi a ricoprire altre zone di campo per ritagliarsi il suo spazio, snaturando la sua essenza originale. Indubbiamente si tratta di due grandi talenti ma l'ex Fiorentina sembra poter garantire un apporto maggiore all'impalcatura di gioco del tecnico transalpino che sembra disegnata su misura per esaltare le sue qualità individuali.

 

 IL COLPO DI MERCATO - Una nota a margine la merite Kevin Strootman. L'olandese é stato il vero rinforzo scelto per migliorare la rosa. Il centrocampista olandese si configura come l'operazione in entrata più onerosa. Non é arrivato in sostituzione di nessuno ma é stato implementato nell'organico per migliorare il reparto che meno aveva convinto nella scorsa stagione: il centrocampo. Ha conferito alla squadra grande versatilità risultando prezioso in ambo le fasi: bravo nell'interferire con la manovra così come nel suggerire, proporsi in avanti inserendosi negli spazi. Infine il giovane calciatore dispone di un gran tiro aggregando alle peculiarità tecniche, forte personalità e grinta. Componenti aderenti ad un profilo vincente, necessario alla rosa giallorossa. MENO TALENTO MAGGIOR SOLIDITA' - In tempi di primi bilanci perciò si può affermare che la Roma si sia privata di eccellenti solisti, la cui espressione di talento restava vincolata ad una ispirazione troppo discontinua. Un'alternanza di rendimento dalla bassa incidenza sui risultati collettivi, dipendenti dalla condizione dei singoli, non sempre ottimale. La redistribuzione dei valori ha forgiato un' orchestra di artisti meno estemporanei ma più inclini alla recitazione collettiva dello spartito. Una riproduzione forse di minor finezza estetica, ma certamente più omogenea, in grado di promanare una melodia ugualmente suadente, ma avente un ritmo molto più continuo. Una composizione che soddisfa l'orecchio del pubblico, stanco di virtuosismi eccentrici, voglioso di un esecuzione corale, coerente con le istruzioni del direttore d'orchestra francese Garcia. Del resto il suono della vittoria è più musicale del boato di una singola giocata. Il mercato é chiuso, al campo spetta ora la parola.

A cura di Danilo Sancamillo

 Twitter: @DSancamillo

lunedì 9 settembre 2013

STILIYAN PETROV Il tributo del Celtic Park al ritiro del centrocampista bulgaro che ha sconfitto la leucemia

 

  “Lascio l’unica vita che ho conosciuto” disse ai suoi tifosi quasi un anno fa dopo che gli fu diagnosticata una forma di leucemia acuta. Il suo nome è Stiliyan Petrov, all'epoca dei fatti trentatreenne calciatore bulgaro, una carriera oltremanica vestendo le maglie di Celtic ed Aston Villa oltre che quelle della sua nazionale. Il numero 19 dei Claret & Blue aveva proseguito: "Dovrò affrontarla con tutta l’energia che ho messo nelle mie sfide”. A distanza di un anno da quell'annuncio choc il generoso centrocampista dell'Aston Villa, un passato di 7 anni nel Celtic (1999-2006) squadra con la quale ha conseguito numerosi trionfi, è tornato a calcare il prato di un rettangolo verde, stavolta per dire addio in maniera ufficiale, con guadagnata gloria, al calcio giocato. La malattia è in regressione, il volitivo mediano sembra esser riuscito nella sua impresa più grande.

 Nonostante questo, superate le trentaquattro primavere, Petrov ha deciso di formalizzare il suo ritiro e per farlo ha scelto un palcoscenico d'eccezione: il Celtic Park, teatro di infinite battaglie ed inebrianti successi, questa volta ultima emozionante cornice della sua carriera da giocatore. Una gara speciale, una maratona di beneficenza intitolata “#19 Legends”, in omaggio al suo numero di maglia, il diciannove protagonista di una storia molto toccante: Sette giorni dopo l'annuncio della malattia, il calciatore si trovava al Villa Park in veste di tifoso quando, al minuto 19, tutto lo stadio gli tributò una lunga standing ovation. Durante il periodo della terapia i tifosi dell’Aston Villa hanno continuato ad alzarsi in piedi ed applaudire allo scoccare del minuto 19. Un gesto sentito per mostrare la vicinanza e l'empatia al proprio beniamino nel momento più difficile. Tornando alla gara di Parkhead, l'incontro è stato organizzato per raccogliere fondi da destinare ai malati oncologici. La risposta del pubblico di fede Celtic non si è fatta attendere: tutto esaurito per l'ultima di Petrov in maglia biancoverde. 60mila presenti, ad assistere alla sfida, a cui hanno partecipato numerosi compagni come Henrik Larsson, Paul Lambert, Chris Sutton. Tutti insieme per salutare l'amico Stan, questo il soprannome affibbiato al centrocampista nei suoi lunghi trascorsi sotto la corona del Regno Unito.

Da brividi l'epilogo dell'incontro con Petrov visibilmente commosso nell'effettuazione dell'ultimo giro di campo, svolto in compagnia dei suoi 2 figli - Kristiyan e Stiliyan Jr. -  assieme alla moglie Paulina mentre i tifosi accompagnavano la sfilata con il celebre ed emozionante inno del club. Un canto di gioia, un inno alla vita o più semplicemente la testimonianza di una grande vicinanza alle sue vicissitudini. "You'll never walk alone..." Il Celtic non sarà mai solo, così come il cammino del centrocampista bulgaro, perennemente accompagnato dall'affetto incontenibile delle persone che lo circondano, lottando e soffrendo insieme a lui, come accaduto per anni nei manti erbosi dei vari stadi solcati dai suoi tacchetti.

  Petrov lascia l'attività agonistica dopo 106 gare disputate con la nazionale condite da 8 marcaturesette anni con la maglia dell'Aston Villa(2006-2013),186 presenze adornate con 9 reti, ed altrettanti con quella del Celtic(1999-2006) dove in 225 gettoni ha regalato ai suoi tifosi 55 gol. I Villans gli hanno affidato un ruolo nello staff tecnico della squadra Under 21 e lui, pronto ad intraprendere il suo nuovo corso, ha deciso di lasciarsi alle spalle l'inferno passato nell'ultimo anno, tornando a parlare dell'applauso caloroso e commovente reiterato dai tifosi Claret & Blue durante ogni partita: “E’ stato un gesto meraviglioso, il vostro. Ha significato molto per me e per la mia famiglia in un momento durissimo. Ma ora dobbiamo andare avanti. Io e voi”.

 Un taglio netto,emblema della voglia di vivere attivamente la propria vita  senza mai darsi per vinto. Di ripartire da zero con caparbietà verso nuovi obiettivi. Consapevole che la battaglia più grande e difficile della sua carriera l'ha visto prevalere, come spesso accadeva sui verdi campi dove il mediano bulgaro liberava tutta la sua energia: sgomitava, suggeriva, ogni tanto segnava e quando serviva entrava duro in tackle sugli avversari. Palla o piede, tranciante nell'intervento, anche contro la malattia.

  C'mon Stiliyan...." You'll never walk alone...". 

A cura di Danilo Sancamillo 

 Twitter @DSancamillo


lunedì 2 settembre 2013

TOTTI vs LAMPARD L'incontro di due leggende



"Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze", disse lo scrittore e poeta transalpino Paul Valéry. Parole che fotografano perfettamente il sentimento dell'incontro di questa sera( notte inoltrata in Italia) fra Roma e Chelsea, ed in particolare tra due individui in grado di soddisfare anche i più fini palati con l'espressione del proprio talento. Da una parte Francesco Totti, dall'altra Frank Lampard? Tante le differenze tra i due ma convergenti verso uno stesso punto. Due vie parallele giustapposte che seguono ciascuna il proprio cammino, si sfiorano ma non si toccano, quasi mai. Diversi nel ruolo, nel vessillo del club che da tempo immemore rappresentano, così come diversa é la nazionalità. Ma la lingua universale parlata da questi due campioni é la medesima ed é quella della sfera rotolante sul tappeto verde. L'uguaglianza seppur nella diversità, concetto messo nero su bianco dalla rivoluzione francese, é applicabile al calcio nella misura in cui su strade differenti si incrociano storie gloriose.
Totti e Lampard. Simboli di un calcio anacronistico, ormai stritolato dalla cultura del denaro. Percorsi intrapresi in luoghi differenti ma con le stesse costanti, gli anni di militanza, le valanghe di reti realizzate: un'incisività elevata per due fuoriclasse a disposizione della squadra, in grado di esaltare la manovra collettiva . Oltre a questo hanno in comune altri punti come l'istrionismo in campo, tradotto una notevole capacità di adattamento ad occupare una moltitudine di ruoli anche nella stessa partita. Ennesimo valore aggiunto, semmai ce ne fosse bisogno di un inestimabile patrimonio tecnico.

LA VOCE DEI NUMERI - Del resto la carriera ed i numeri parlano per loro: Lampard e Totti, due tuttocampisti, anarchici quanto basta a determinare il risultato, temperati il necessario per divenire il perno degli schemi e dei dettami di qualsiasi allenatore. Centrocampista di costruzione, finalizzatore, incontrista , rigorista, trequartista, l'inglese porta in dote una media gol da centravanti ed un numero sterminato di presenze. Il ragazzo di Romford, classe '78 ha vestito la maglia dei Blues per oltre 10 stagioni collezionando 608 presenze. Un numero così elevato che già basterebbe a farne un mito, intarsiato da ben 203 reti. Un bottino unico per un centrocampista, che ha reso Lampard una leggenda vivente del club di Stamford Bridge, oltre che miglior marcatore della storia del Chelsea davanti ad un altro pezzo di storia come Bobby Tambling, prolifico attaccante con una carriera vissuta tra gli anni'50 e '70.


Allo stesso modo Francesco Totti, é l'uomo simbolo con cui nel mondo si identifica Roma e l'AS Roma. Trequartista, punta esterna centravanti e regista offensivo o terminale offensivo il capitano giallorosso ha nella testa il suo segreto, umile cultore del lavoro come dimostra la tenuta atletica che a dispetto della carta di identità sembra non volersi arrendere al passare del tempo, infiammando l'animo dei tifosi anche con dei recuperi da terzino consumato, consegne che non competerebbero ad uno della sua schiatta. L'epopea del capitano giallorosso narra le storiche gesta del ragazzo di Porta Metronia: una carriera sacrificata sempre con la stessa maglia, una scelta di vita che magari ne ha limitato il palmarés ma che certamente lo colloca tra le divinità immortali della città eterna con le sue 628 presenze ma soprattutto con le 282 perle realizzate, in poche parole il migliore, per distacco, della storia della Roma. Semplicemente inarrivabile.


Quando mostri sacri del calibro dei calciatori in questione si incontrano, é sempre una gioia per il calcio, non importa il luogo, tanto meno il contesto, purché vi siano un rettangolo verde ed una sfera di cuoio, lo spettacolo é garantito. Un po come lo é il cast degli attori che illumina la scena e stuzzica la fantasia, per il cinema od il teatro.
Dunque non resta che attendere la discesa in campo delle due squadre per assistere alla sfida nella sfida tra questi due monumenti calcistici in una gara arricchita di connotati simbolici. Del resto se dici Roma pensi a Totti e viceversa, dicendo Chelsea, nomini Lampard. Come per i libri quando ad un "Best Seller" ne corrisponde generalmente sempre un altro, ci si augura che quest'incontro di una notte estiva americana sia il preambolo ad una futura rassegna, stavolta su ben altri palcoscenici.

A cura di Danilo Sancamillo

Twitter @DSancamillo

mercoledì 28 agosto 2013

BUNDESLIGA 3^ GIORNATA

[caption id="attachment_145871" align="aligncenter" width="300"] Arjen Robben[/caption]

 Si arricchisce di una nuova puntata la lotta a distanza tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund, con il Leverkusen outsider pronto ad inserirsi nella contesa. Vincono tutte le quattro squadre del gruppetto di testa mentre continua il momento negativo di Schalke 04 ed Amburgo, ancora sconfitte. Salta la prima panchina del massimo campionato tedesco: é quella dello Stoccarda i cui vertici dirigenziali dopo tre sconfitte consecutive hanno deciso di sollevare dall'incarico Bruno Labbadia ex calciatore dell'Arminia Bielefeld . QUARTETTO DI TESTA- Prosegue il duello a distanza tra le due squadre protagoniste della scorsa stagione: Borussia Dortmund e Bayern Monaco. I gialloneri si sono imposti con il minimo scarto, 1-0 contro il Werder Brema. Fioccano le occasioni al Westfalenstadion, un palo di Blaszczykowski ed un salvataggio sulla linea degli ospiti complicano i piani degli Schwarzgelben, costretti ad andare al riposo sullo 0-0 nonostante la buona mole di gioco espressa. Nella ripresa una discesa di Reus sulla destra propizia la rete della vittoria, siglata da Lewandowski, puntuale ad insaccare con un tap-in all'altezza dell'area piccola. La reazione degli ospiti si esaurisce con un velenoso diagonale di Arnautovic che lambisce il palo alla destra di Weidenfeller. Terza vittoria consecutiva per il Dortmund, primo in classifica con 9 punti grazie alla differenza reti. Infila un altro successo anche il Mainz che alla Coface Arena supera davanti al proprio pubblico per 2-0 il Wolfsburg. Decisive nella ripresa le reti di Choupo-Mouting su assist di Svensson, e di Nicolai Muller che capitalizza al meglio un suggerimento di Geis. L'exploit iniziale dei Nullfunfer é attribuibile alle brillanti performance di due elementi: il camerunense Choupo-Mouting, molto abile nel saltare l'uomo divenendo - dalla sua fascia di competenza, ovvero la sinistra - interprete principale di gran parte delle azioni offensive del Mainz. L'altro é invece Nicolai Muller rivelatosi finora un ottimo finalizzatore con 4 centri in tre presenze. L'ala destra biancorossa ha segnato più della metà dei gol complessivi messi a segno dalla sua squadra, in totale 7. Borussia Dortmund 1-0 Werder Bremen Footyroom.com di Futbol2101

 Senza troppi patemi d'animo anche l'impegno casalingo del Bayern Monaco vincitore per 2-0 nel derby bavarese contro il Norimberga. La formazione di Guardiola dopo un primo tempo terminato a reti bianche, ratifica la propria superiorità nella ripresa per mezzo dei suoi due alfieri, le ali Ribery, a segno su assist di Lahm ed Arjen Robben, in gol di destro dopo aver disseminato 3 avversari con le sue solite serpentine palla al piede. La squadra di Guardiola é dati alla mano la compagine che mantiene più a lungo il possesso del pallone, alla continua ricerca del fraseggio stretto per sviluppare le proprie azioni di gioco. Con esterni del calibro di Ribery e Robben, bravi sia nella costruzione che nel dare profondità, possiamo assistere ad una nuova evoluzione della creatura del tecnico iberico: una squadra più fisica e profonda rispetto al Barcellona apprezzato fino a due stagioni fa, per questo capace di spuntarla anche in situazioni più complesse quando al fioretto bisogna sostituire la sciabola. Con un assetto difensivo più robusto ed equilibrato, la formazione bavarese subisce poco ed incassa poche reti. Manca ancora qualcosa in fase realizzativa dove però le due ali si configurano come dei valori aggiunti. In attesa che Gotze si inserisca appieno nel nuovo scacchiere ci pensa il versatile ed operaio Mandzukic a metter fieno in cascina coadiuvato sapientemente dai due funamboli di cui sopra. Con altri tre punti nel carniere il Bayern, primo a punteggio pieno, ha tutto il tempo per svolgere il lavoro necessario per crescere ulteriormente. Bayern vs Nurnberg 2:0 GOALS HIGHLIGHTS di footballdaily1 Arjen Robben Amazing Goal - Bayern Munich 2 - 0... di Worldsoccerko

 Non molla nemmeno il Bayer Leverkusen, tornato da un po di tempo a questa parte finalmente a lottare per le prime posizioni, come si compete ad una squadra di alto rango qual é il club della Bayer. Nella propria roccaforte le aspirine si aggiudicano la sfida contro il Borussia Monchengladbach vincendo 4-2. Sontuosa prestazione di Sam, autore di una doppietta, condita da un assist così come di Kießling , una rete e due assist. Apre le danze il proprio il bomber Kissling su calcio di rigore. Lo stesso numero dieci rossonero dopo un affondo sulla destra centra per Sam che a porta sguarnita firma il raddoppio. Nella ripresa veemente reazione del Monchengladbach in rete al 54' con Stranzl su assist del talentuoso Patrick Hermann, bravo a servire un cioccolatino al compagno dopo un pregevole slalom in area. Tre giri di lancette più tardi gli ospiti pervengono addirittura al pareggio complice una disavventura tecnica del portiere Leno, che sbaglia la presa di un cross spalancando al lesto Arango la via della rete. Ristabilisce le distanze Sam, con un sinistro affilato dal limite dell'area di rigore,su sponda di Kießling. Nel finale un gran gol di Castro dalla distanza sentenzia la sconfitta per un buon Monchengladbach, che a dispetto del buon possesso palla esibito, ha pagato uno sviluppo troppo lento delle sue azioni e soprattutto il poco filtro effettuato dai mediani Kramer e Xhaka, poco reattivi e troppo spesso in balia degli attacchi avversari. Bayer Leverkusen 4-2 Borussia Monchengladbach di omnisport-gr

  AMBURGO E SCHALKE NAUFRAGHI - Fatale all'Amburgo la trasferta nella Capitale. All'Olympiastadion di Berlino, l'Hsv esce sconfitto di misura al termine di una gara equilibrata che lascia più di qualche rimpianto agli uomini di Torsten Fink, ex difensore del Bayern Monaco di fine anni '90. Per i padroni di casa il migliore in campo é il portiere Kraft, protagonista assoluto della sfida. L'estremo difensore dell'Hertha chiude la porta a doppia mandata, a nulla servono i tentativi di Van der Vaart e compagni, condannati dal solito Adrian Ramos al 74'. Il colombiano da due passi insacca il gol partita concretizzando una discesa del laterale difensivo Schulz e lanciando i suoi al quinto posto con sette punti. Hoffenheim Vs. Freiburg 3-3 Alle Tore and Red... di teededfootball

Nel confronto tra Eintracht, in tedesco concordia, la spunta il Francoforte, corsaro sul campo del Braunschweig per 2-0. Gara decisa nella ripresa dalle marcature di Meier - secondo centro per lui in Bundesliga - finemente imbeccato da Kadlec, e Aigner al 63'. Tanti gol hanno contrassegnato la sfida tra Hoffenheim e Friburgo, alla fine però ha prevalso l'equilibrio con il risultato inchiodato sul 3-3. Alla Rhein Neckar Arena, il confronto é di quelli accesi con le due squadre entrambe brave a sfondare per vie centrali. In vantaggio a9' i padroni di casa con Salihovic su rigore, ma il Friburgo 4 minuti più tardi pareggia con Sorg. Verso la metà della prima frazione si ripete lo scenario precedente: Hoffenheim di nuovo in vantaggio con Volland e quattro giri di lancette dopo, nuovamente agguantato dagli ospiti, a segno con Guedé. Nella ripresa il Friburgo si porta in vantaggio grazie a Freis, liberato da Schmid, due assist per lui, ma a 13 dallo scadere Strobl fissa il punteggio. Primo punto della sua stagione per il Friburgo, per l'Hoffenheim sciupata l'occasione di portarsi a ridosso del vertice.   Inizio da incubo per lo Schalke 04 di nuovo sconfitto, stavolta sul campo dell'Hannover, scomodo cliente per tutti nella sua fortezza. I Roten convalidano il proprio dominio già nel primo tempo in virtù delle reti di Huszti su penalty e di Diouf a tre minuti dal duplice fischio. Per lo Schalke - ridotto in dieci dal 14' a causa dell'espulsione per fallo da ultimo uomo di Howedes in occasione del rigore - si registrano grandi difficoltà nella manovra, privata anche delle qualità di finalizzatore di Huntelaar, elemento in grado di conferire maggiore incisività anche nei momenti più difficili e prezioso per consentire allo schieramento di salire in maniera compatta. L'olandese purtroppo é stato costretto ad un lungo stop per la rottura del legamento e sarà un'assenza molto pesante per gli Knappen. Il gol di Szalai riduce il passivo ma é il culmine di una prestazione di squadra ancora una volta deludente, certamente condizionata dall'inferiorità numerica. Traballa la panchina di Keller costretto ad invertire la rotta già dal prossimo turno per non rischiare di essere esautorato dalla dirigenza biancoblu. L'Hannover legittima il proprio successo con il 58 per cento di possesso palla ed una quantità industriale di cross, alla fine 31, lanciandosi verso i piani alti della classifica
. Hannover 96 vs Schalke 04 (2-1) All Goals... di SpyJung


Costa il posto a Labbadia la terza sconfitta consecutiva dello Stoccarda, perdente in quel di Augsburg. Il 4-1-4-1 pensato da Weinzerl raccoglie i primi frutti grazie alle segnature di Halil Altintop al 6' e di Callsen-Bracker al 36'. Inutile pochi minuti più tardi il rigore trasformato da Ibisevic che accorcia le distanze. Per lo Stoccarda da rivedere una difesa che concede tanto agli avversari come testimoniano i 17 tiri dei padroni di casa, surclassati sul piano del possesso palla ma più incisivi negli ultimi trenta metri, in particolare con gli l'esterni alti Hahn ed Holzauser, fattori determinanti nella gara, molto bravi ad allargare le maglie della friabile difesa avversaria e sfruttare gli inserimenti centrali dei compagni.
  Bundesliga 3° Turno Venerdì 23/08
Borussia Dortmund-Werder Brema 1-0 (55' Lewandowski)
  Sabato 24/08
Bayern Monaco-Norimberga 2-0 (70' Ribery, 78' Robben)
Hannover-Schalke 04 2-1 (15' Rig. Huszti (H), 43' Diouf (H), 55' Szalai (S))

Hoffenheim-Friburgo 3-3 (9' Rig. Salihovic (H), 14' Sorg(F), 25' Volland (H), 30' Guede(F), 63' Freis (F), 77' Strobl (H))

Bayer Leverkusen-Borussia Monchengladbach 4-2 (24' Rig. Kiessling(BL), 30', 62' Sam(BL), 55' Stranzl (BM), 58' Arango (BM), 71' Castro (BL))

 Mainz-Wolfsburg 2-0 (61' Choupo-Moting, 77' Muller)

Hertha Berlino-Amburgo 1-0 (74' Ramos)

 Domenica 25/08

Eintracht Braunschweig-Eintracht Francoforte 0-2 (52' Meier, 63' Aigner)

Augsburg-Stoccarda 2-1 (6' Altintop (A), 36' Callsen-Bracker (A), 43' Rig. Ibisevic (S))

Classifica: Borussia Dortmund, Bayern Monaco, Mainz, Bayer Leverkusen 9, Hertha Berlino 7,Werder Brema, Hannover 6, Hoffenheim 5, Borussia Monchengladbach, Eintracht Francoforte, Augsburg, Wolfsburg 3, Norimberga 2, Schalke 04, Amburgo, Friburgo 1, Eintracht Braunschweig, Stoccarda 0.

A cura di Danilo Sancamillo

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giovedì 27 giugno 2013

Eppur vedemmo un barlume di luce

Un breve video realizzato dal sottoscritto per celebrare una delle poche gioie stagionali in trasmissione assieme ai compagni/colleghi

venerdì 7 giugno 2013

La Tradizione resiste alla legge del marketing






“La storia è un grande presente, e mai solamente un passato” scriveva Émile-Auguste Chartier, detto Alain, nella sua opera del 1945 dal titolo “Le avventure del cuore”. Evidentemente non deve essere stata dello stesso avviso dello scrittore francese, la proprietà americana che in data odierna ha presentato un nuovo logo destinato a campeggiare sulla maglia capitolina. L’iniziativa intrapresa dalla dirigenza, intorno alla quale si era generata una massiccia dose di aspettative – anche in virtù delle modalità presentative con tanto di countdown, quasi a sottolineare la capitale importanza del momento – non ha però riscosso il consenso sperato. Freddezza mista a stupore, aggregata ad una marcata vena di disapprovazione. Questo il sentimento largamente condiviso da gran parte della tifoseria giallorossa, per nulla stuzzicata dal restyling del tradizionale simbolo, che tende a somigliare quasi inequivocabilmente a quello disponibile, da circa 10 anni, presso i venditori ambulanti di merchandising non originale situati fuori lo stadio. Insomma quello che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere un atto di riqualificazione volto a diffondere un consenso, ampliando gli orizzonti della società capitolina, ha invece sortito gli effetti opposti risultando piuttosto un’opera di lesa maestà perpetrata ai danni della Roma e con essa della Lupa Capitolina. Dall’emissione del primo vagito del nuovo emblema, si è scatenata una serie di reazioni a dir poco contrariate culminate con l’avvio di una petizione per chiedere il ripristino del precedente stemma. Uno stemma presentato con orgoglio dal Presidente in carica James Pallotta, nell’esigenza di legare ancor più indissolubilmente la società capitolina al nome della città. Tuttavia quella che viene definita come una brillante – e per certi versi inevitabile – trovata di marketing, si scontra con la realtà gravitante attorno all’universo calcistico.

IL RAPPORTO MARCHIO/INTROITI - Nella speciale classifica della Football Money League, un report riguardante i 20 club più ricchi d’Europa, ad imporsi é ancora la tradizione, con le prime posizioni occupate dal calcio spagnolo: Il Real Madrid i cui ricavi arrivano a 512,6 milioni di euro, precede il Barcellona di circa 30 milioni e per l’ottavo anno consecutivo si conferma in vetta, seguito per l’appunto dai catalani e nell’ordine dal Manchester United, Bayern Monaco, Chelsea ed Arsenal. Logo Manchester City


L’ESEMPIO DEL CITY - Tuttavia la new entry più interessante è costituita dal Manchester City, (l’anno scorso dodicesimo)attualmente giunto in settima posizione, protagonista assoluto di un primato ragguardevole: gli Skyblues hanno registrato infatti un incremento di fatturato elevatissimo, anzi il più alto di tutti i tempi (+68% da 116 a 285,6 milioni di euro), coinciso con l’insediamento dell’emiro arabo Mansour, il quale ha eroso ingenti quantità di denaro per aggiudicarsi i migliori calciatori ed affermarsi nel panorama nazionale britannico, FA Cup prima, Premier League poi, guadagnandosi pertanto l’accesso in campo Europeo con puntuale regolarità nel corso degli anni. Una crescita esponenziale di vendite che non ha avuto bisogno di un restyling del marchio, rimasto invariato, senza peraltro aver scolpito al suo interno il nome della città, espresso anche in questo caso da un acronimo M.C.F.C . Con in calce il motto latino Superbia in proelio.



LA TRADIZIONE SI IMPONE - Anche il club madrileno primeggia pur non annoverando nel proprio stemma il nome della città bensì lo storico acronimo CFM sovrastato da una corona per conferire un tono “Real”. Un risultato che esalta e demarca profondamente la tradizione di successi legati al marchio Real Madrid con cui si individua automaticamente la capitale spagnola senza la necessità di inserire il nome all’interno del proprio logo, in virtù di una bacheca ed un percorso storico costellato di trofei, condicio sine qua non, per la costruzione di una immagine vincente da esportare, permeando i mercati di tutto il mondo. Barcellona Real Madrid Loghi In seconda posizione seguono i connazionali del Barcellona che hanno registrato un’impennata di vendite grazie ai trionfi degli ultimi dieci anni, più che all’identificazione con il nome del capoluogo catalano. In questo caso l’acronimo FCB, Futebol Club Barcelona viene scandito per intero dai telecronisti iberici durante gli incontri dei blaugrana, in riferimento alle gesta di Messi e compagni. L’FCB è l’emblema non solo della città di Barcellona ma dell’intera Catalunya, il tutto senza che il nome del capoluogo catalano compaia nel logo del club. Insomma se tre indizi fanno una prova, é evidente che prima dell’istituzione di un modello vincente, era assai raro vedere indossate per esempio le maglie di Amunike, Sonny Anderson, per chi non lo sapesse due calciatori del poco fortunato Barcellona degli anni ‘90, oppure quelle dell’attaccante Citizens Shaun Goater, nome senz’altro meno stuzzicante in confronto a quelli di Tevez o Aguero, finendo immancabilmente a Messi e Cristiano Ronaldo, icone universali di un calcio vincente conosciute in tutto il mondo.

IL MODELLO MANCHESTER UNITED - Proseguendo nella disamina si può osservare che il Manchester United porta invece nel suo simbolo il nome della città, accompagnato però dal termine identificativo United. Il modello proposto dai Red Devils – che hanno modificato il loro stemma nel corso del tempo, mantenendo comunque i criteri di appartenenza – oltre ad invitare a più di una riflessione, costituisce il paradigma di perfezione in quanto i proventi sono distribuiti in maniera piuttosto diversificata. A questo proposito le parole di Steve Richard risultano esplicative della cultura e della filosofia del club: “Il merchandising è il risultato di tutto il resto, non è qualcosa che si alimenta da solo; esso dipende dai risultati della squadra, dalla base dei tifosi, dalla TV, dalle visite scolastiche allo stadio, dai genitori che vengono a visitare il teatro dei sogni”. Interpreta proprio questa linea di pensiero il discorso che il Presidente dei Red Devils fece dinanzi a 50.000 tifosi festanti dopo una vittoria: “Cari signori, miei appassionati tifosi, ricordatevi che se comprate i prodotti della Umbro (allora sponsor tecnico del club) io incasso le royalties e posso così rafforzare la squadra”. I tifosi devono aver capito bene tale messaggio, invogliati dalla presenza di campioni e dal conseguimento di prestigiosi traguardi, di pari passo agli incredibili ricavi raggiunti dalla società per la vendita dei suoi prodotti Manchester United logo



IL RAPPORTO CON I TIFOSI - Inoltre L’obiettivo della divisione merchandising al Manchester United è quello di dare ai tifosi un “pezzo” della squadra e di gestire il passaggio del merchandising da una mera vendita opportunistica di souvenir, alla creazione di un vero marchio di qualità e fedeltà che duri una vita. Risiede proprio qui la netta e sostanziale differenza rispetto a quanto invece perseguito dalla nuova proprietà americana, la quale da l’impressione di trattare i suoi supporters non come tali ma in qualità di semplici consumatori. La società propone un approccio distaccato verso coloro che considera clienti, per di più offrendo un prodotto che, privato di sentimento, si configura puramente scadente: 28 sconfitte e terzo anno fuori dall’Europa ( compresa la sconfitta nel preliminare di Europa League con lo Slovan). Questi risultati, a dir poco fallimentari, hanno relegato la Roma nell‘anonimato più completo, costituendo un biglietto da visita ben più evidente, agli occhi dei mercati, rispetto alla scritta Roma 1927 posta sotto ciò che resta della Lupa Capitolina, depauperata del tono scultoreo che le apparteneva e del sostegno marmoreo su cui si adagiavano Romolo e Remo. Un Management accorto dovrebbe ben sapere che anche nel mondo del Core Business chi mantiene, nonostante le molte difficoltà, un orientamento romantico verso il proprio simbolo e la propria tradizione, andrebbe tutelato o quantomeno rispettato. Infatti anche effettuando l’analisi più pragmatica possibile, non si può non comprendere che il tifoso affezionato costituisca, se non altro, lo zoccolo duro di quel pubblico di riferimento verso il quale ci si rivolge per la vendita dei propri prodotti. Questo per dire che prima di apportare infruttuose modifiche, sarebbe stato più opportuno interpellare e magari coinvolgere alla partecipazione il suddetto pubblico, secondo la più semplice logica, sdoganata dalla finanza made in Usa, degli stakeholder, ovvero portatori di interesse nei confronti di una iniziativa economica il cui contributo è essenziale per il giusto andamento dell’impresa.



IL CALCIO NOSTRANO - Inoltre a corroborare una volta di più il ragionamento in questione, guardando al calcio di casa nostra, si può notare l’aumento del fatturato del Napoli (da 114,9 a 148,4 milioni di euro) che sull’onda di straordinarie performance sportive, ha avanzato il suo range di ben cinque posizioni, sovrastando le due compagini francesi Olympique Marsiglia e Lione. Tra i flop, impossibile non menzionare l’Inter, club che ha fatto del frequente restyling del marchio una vera e propria politica, non riscuotendo però il successo sperato poiché contestualmente al cambio di ciclo – contraddistinto dalla partenza di numerosi campioni, e dall’andamento deludente del dopo Mourinho – ha chiuso in perdita rispetto all’anno precedente (-26 milioni). La Roma ha evidenziato un decremento di fatturato di (- 28 milioni ) scontando, dopo tante aspettative dovute all’arrivo degli americani, i numerosi insuccessi sul campo vedendosi mestamente collocata in diciannovesima posizione. As roma loghi a confronto Se una volta disattesi introiti e risultati sportivi, il simbolo in ambito di marketing ha un incidenza nettamente ridimensionata, a restare intatta è la sua sacralità in senso assoluto in grado di stimolare nella gente appartenenza e rappresentanza. Un rapporto ancestrale instauratosi nel tempo, che trova la sua esaltazione nelle vittorie ma anche e soprattutto nelle sconfitte, divenendo l’unico appiglio, da difendere strenuamente in nome di quella tradizione che a nessuno è permesso calpestare, tanto meno a chi dall’interno ha l’onore, e con esso particolarmente l’onere, di dover rappresentare più che degnamente. Se l’Urbe é nata quel 21 Aprile del 753 A.c, la sublimazione dell’amore per lei, in tempi moderni, risale alla fondazione – in una limpida notte estiva presso Via degli Uffici del Vicario – dell’ASR, l’Associazione Sportiva Roma: donna, madre ed amante di ciascun romano, espressione di una passione, croce e delizia, celati dietro un acronimo che é il vero legame indissolubile con la città, perché in esso si riconosce l’ideale di romanità promulgato Illo tempore dai suoi avi. Nel 1920 Thomas Stearns Eliot in riferimento agli innovatori più fervidi scriveva un importante monito: “La tradizione non si può ereditare; e chi la vuole deve conquistarla con grande fatica”

A cura di Danilo Sancamillo

Twitter: @DSancamillo

PREMIER LEAGUE I verdetti stagionali

La Premier League 2012/2013 é andata in archivio nel segno delManchester United e di Sir Alex Ferguson. Lo straordinario manager dei Red Devils lascia dopo 26 anni di attività, la panchina diOld Trafford, al netto di un’innumerevole quantità di trofei raggiunti, fra cui il titolo della stagione attuale ed il mitico Treble del 1999. In evidenza il Tottenham di Villas Boas, lo Swansea di Laudrupmentre fra le delusioni a parte il City, si attesta il Liverpool ancora fuori dalle Coppe. soltanto la Premier é in grado di produrre storie incredibili come quelle del Wigan vincitore della Fa Cup contro ilManchester City e quindi promosso in Europa League ma retrocesso In seconda divisione a causa del terzultimo piazzamento in campionato. Nella prossima stagione non vi saranno Jamie Carragher, grande capitano del Liverpool e Sir Alex Ferguson, due pezzi da novanta che depauperano la Premier di un contributo tecnico e simbolico davvero inestimabile.
Questi i verdetti:
CAMPIONE: Manchester United
CHAMPIONS LEAGUE: Manchester United, Manchester City, Chelsea, Arsenal ( preliminari)
EUROPA LEAGUE : Tottenham, Swansea, Wigan
FA CUP: Wigan
LEAGUE CUP : Swansea
RETROCESSE: Wigan, Reading, Qpr,
PROMOSSE: Cardiff City, Crystal Palace, Hull City



Robin Van Persie non esulta
MANCHESTER UNITED - La squadra di Ferguson ha vissuto una stagione esaltante, aggiudicandosi con largo anticipo lo scettro di campione, attraverso un campionato straordinario, fatto di continuità  di rendimento e risultati. L’uomo che ha spostato gli equilibri é stato senza dubbio Robin Van Persie, letale bocca da fuoco della manovraRed Devils, a segno ben 26 volte in stagione, fregiandosi fra l’altro del titolo di capocannoniere. Unico rammarico é costituito dall’eliminazione agli ottavi di Champions League subita ad opera del Real Madrid in una gara sfortunata condizionata dagli svarioni del turco Cakir reo di aver espulso Nani troppo severamente consentendo così ai blancos di passare un pò fortunosamente il turno. L’addio del condottieroFerguson lascia un’eredità pesante al successore Moyes che però otterrà in dote una squadra solida e relativamente giovane semplicemente da puntellare in favore di una prospettiva ancora vincente.

Esultanza Dzeko
MANCHESTER CITY- La squadra dello sceicco Mansour é stata la grande delusione della stagione a dispetto delle risorse economiche pressoché illimitate. Identità di squadra assente, gerarchie indefinite ed  un’impronta di gioco latitante tra le mancanze da imputare al tecnicoRoberto Mancini. Il campionato del Manchester City é stato contraddistinto da un andamento a dir poco intermittente e raramente convincente. I citizens non sono riusciti a riconfermare quanto di buono fatto nella passata stagione, giungendo ad un insoddisfacente  secondo posto senza mai aver insidiato fortemente la galoppata trionfante dei cugini, con l’aggravante di una nuova eliminazione nei gironi di Champions League, chiusa mestamente in ultima posizione, senza nemmeno la consolazione di un posto in Europa League. A completare una stagione più che deludente, anche la sconfitta beffa nella finale di FA Cup ad opera del retrocesso Wigan Athletic, ultima goccia di un vaso traboccante sfociato nell’esonero di Mancini. A dimostrazione della confusione dilagante in casa City vi é il fatto che il  Miglior realizzatore sia stato Edin Dzeko, lasciato a marcire in panchina per lunghi tratti della stagione salvo poi entrare e togliere le castagne dal fuoco in maniera quasi sistematica. Le sue 14 reti in 32 presenze per quanto quasi sempre determinanti sono sintomatiche di un potenziale svilito che potrebbe portare la punta bosniaca lontano da Manchester. Tuttavia con l’avvento del corso Pellegrini e la prospettiva di un mercato faraonico, gli Skyblues potranno presto invertire la rotta.

Josh turnbull
CHELSEA -Dopo la rocambolesca conquista della Champions nello scorso anno, la stagione dei Blues é iniziata piuttosto in salita. Andamento discontinuo ed eliminazione prematura dalla fase a gironi della Champions League, conclusa al terzo posto. Il cambio di panchina ha lentamente giovato ai londinesi e la regolarità portata da Rafael Benitez ha prodotto un terzo posto dal sapore europeo impreziosito dalla conquista dell’Europa League. Altro trofeo europeo aggiunto in bacheca che salva l’altrimenti deficitaria stagione, iscrivendo peraltro  il nome del Chelsea tra quelle società vincenti in tutte le competizioni europee, con due Coppa delle Coppe unaChampions League, Europa League ed una Supercoppa Europea.  Unico rammarico della gestione del tecnico iberico, la sconfitta nelMondiale per club ad opera del Corinthians. Elemento cardine dell’armata di Benitez, neanche a dirlo, é stato Frank Lampardprotagonista di una stagione sontuosa culminata con 15 marcature ed il traguardo delle 200 reti ufficiali in maglia Blues. Davvero niente male per un centrocampista.

tifosi Arsenal
ARSENAL- Grande stagione  per gli uomini di Wenger capaci di classificarsi al quarto posto, oro colato in relazione alla partenza con il freno a mano tirato che aveva fortemente pregiudicato gli obiettivi deiGunners. Alla fine la squadra biancorossa ha riflesso le prerogative del suo tecnico, il sempreverde Wenger in grado di svolgere un redditizio lavoro con i giovani plasmando la sua formazione secondo uno stile di gioco riconoscibile ed apprezzabile oltre che proficuo. Una parte finale di stagione da incorniciare ha permesso all’Arsenal di piazzarsi incredibilmente al quarto posto centrando i preliminari di Championsai danni del Tottenham preceduto di appena un punto. Determinante nell’economia di quanto di buono fatto dai Gunners,  l’apporto diSantiago Cazorla voluto a gran voce da Wenger ed impiegato in tutte e 38 le gare del campionato corredate fra l’altro da 12 reti. Una sottolineatura anche per l’eterna promessa Theo Walcott, finalmente sbocciato con 32 presenze e 14 reti realizzate. L’auspicio é che il talento inglese possa continuare sulla stessa linea di continuità mostrata nel corso di questo campionato sinonimo di una maturità finalmente acquisita
EUROPA LEAGUE : Tottenham, Swansea, Wigan

Gareth Bale
TOTTENHAM - Un quinto posto che lascia l’amaro in bocca per gliSpurs di Villas Boas, autentica rivelazione del torneo britannico, tuttavia incompiuta. Non é bastato al Tottenham l’abbattimento del record di punti nella massima divisione inglese per centrare laChampions. Infatti nel duello senza soluzione di continuità conEverton ed Arsenal l’hanno spuntata i Gunners per un punto. Tuttavia non si possono dimenticare i 72 punti totalizzati e la mole di gioco espressa sia nei confini nazionali che in Europa League. Un crescendo di prestazioni e consapevolezza emersa da vittorie in partite contro avversari blasonati, vedi Manchester United ed Inter soddisfazioni di una stagione comunque molto positiva. Sugli scudi uno strepitosoGareth Bale senza dubbio il miglior calciatore del torneo. L’ala gallese in grado di ricoprire molteplici ruoli nel corso della gara é stato l’alfiere del tecnico lusitano riuscendo a realizzare addirittura 21 reti di cui la metà sono risultate essere prime marcature degli incontri, quindi con un peso specifico notevole per gli Spurs. Una crescita esponenziale che non é passata inosservata ai top club europei pronti a fare follie per accaparrarsi l’ala gallese. Per il ventitreenne si profila un futuro inChampions, lontano da Londra. Su di lui sembra intenzionato a puntare il Real Madrid mettendo sul piatto fino a 100 milioni di euro.

SWANSEA CAPITAL ONE LEAGUE

SWANSEA – Altra rivelazione della stagione é costituita dalle truppe diLaudrup. I cigni hanno consolidato la buona stagione vissuta l’anno scorso continuando a fare calcio nonostante qualche cessione illustre, con lo stesso impianto di gioco, un 4-3-3 di chiaro stampo offensivo ma più equilibrato rispetto a quello di Brendan Rodgers. Il buon piazzamento stagionale passa in secondo piano rispetto alla conquista della Coppa di Lega nazionale ottenuta su un percorso impervio fatto di eliminazioni illustri prima del trionfo finale contro il Bradford. In un collettivo decoroso a spiccare sono le qualità del centrocampista De Guzman e delle ali Routledge e Dyer; ma soprattutto l’individualità dello spagnolo Michu artefice di gran parte dei buoni risultati degliSwans con 18 segnature in 35 match.


Wigan Fa Cup
WIGAN - Una stagione dal sapore agrodolce per i Latics, retrocessi inaspettatamente al fotofinsh. Un insuccesso bilanciato dalla conquista dell’FA Cup, trofeo che vale quanto un campionato, gioia di proporzioni gargantuesche per i supporter biancoblu che certamente perdoneranno ai loro ragazzi lo scivolo in Championship dal quale é probabile possano risalire già nel prossimo anno. Non sono bastate le 11 reti di Arouna Koné e le 5 marcature di Di Santo, elementi di spicco dei Latics, per centrare una salvezza sfumata all’ultimo respiro. In un simile contesto, la palma del migliore non può che andare a Ben Watson, ruvido centrocampista, autore di una stagione abbastanza anonima, cancellata con l’incornata vincente nella finale contro il City.
READING- la squadra di Sir Madejski, progetto ambizioso, non é riuscita a confermarsi in Premier nonostante i buoni presupposti di inizio stagione.  Il tracollo finale ha evidenziato i limiti caratteriali di un gruppo variegato, composto da giovani timorosi ed esperti innesti di categoria per lo più giunti al capolinea. Il risultato é stato un fallimento globale che deve indurre al patron dei Royals più di una riflessione. InChampionship bisognerà ripartire dal centravanti Le Fondrecapocannoniere della squadra con 12 gol in 34 presenze che hanno tenuto a galla la compagine allenata da McDermott fino all’ultima parte della stagione, quando dopo il cambio di panchina con Adkins, l’equipaggio del vascello biancoblu ha tirato i remi in barca, naufragando nelle torbide acque della retrocessione.

Julio Cesar
QPR- L’altra grande delusa della Premier 2012/2013 é senza dubbio alcuno il Queens Park Rangers, presentatasi ai nastri di partenza forte di una squadra dotata di elementi dalla dimensione internazionale come Julio CesarEsteban Granero Park Ji Sung e Bosingwa, naviganti di lungo corso implementati in una rosa interessante espressasi su livelli infimi. Tra le cause del fallimento l’assenza di terminali offensivi di qualità, lacuna a cui si é ovviato tardivamente con l’innesto di Loic Remy.  Il tutto si é risolto con La formazione di una infruttuosa orchestra di buoni solisti incapace di recitare uno spartito decente.  L’ultima posizione per quanto sorprendente é stata la naturale conclusione di un ibrido mal assemblato nel quale é mancata l’amalgama giusta per esprimere le potenzialità di elementi dotati ma forse ossidati dal tempo.

Christian Benteke
LA SORPRESA: BENTEKE - Si chiama Christian Benteke ed è un centravanti belga in forza all’Aston Villa. Al primo anno di Premier League nonostante le difficoltà della sua squadra, è riuscito a timbrare19 volte il cartellino risultando decisivo per la salvezza dei Villans. Uno score di tutto rispetto ed un repertorio piuttosto variegato che ha colpito diversi club europei pronti ad investire sul giovane attaccante.

Esultanza Suarez
LA DELUSIONE: IL LIVERPOOL – La squadra di Brendan Rodgersè finita fuori dalle coppe europee. Un progetto ambizioso improntato su tanti, forse troppi giovani e su un allenatore in grado di proporre un tipo di calcio offensivo, naufragato però nella discontinuità. Il tecnico gallese non è riuscito a ripetere la strepitosa annata vissuta con lo Swansea ed il Liverpool ha condotto un campionato fatto di poche soddisfazioni, qualche lampo di buon calcio svilito dalle tantissime delusioni. Alla fine l’uomo simbolo dell’annata dei Reds è quel Luis Suarez, campione uruguayano da cui sono dipese gran parte delle sorti della squadra, tanto bravo con il pallone tra i piedi quanto protagonista di discutibili vicende etiche, partendo dagli episodi di razzismo contro Evra, passando per le esultanze provocatorie come quella sfoggiata nel derby contro l’Everton per terminare con il morso rifilato ad Ivanovic. Un caleidoscopio di comportamenti ed atteggiamenti in linea con la stagione del Liverpool, consegnata alla mediocrità

Deeney
LA GARA PIU’ PAZZA: L’INCREDIBILE IMPRESA DEL WATFORD - Per gli esperti conoscitori del campionato inglese il momento più alto ed intenso della stagione è senza dubbio relativo ai Play-off della seconda divisione inglese, la Championship. Una finale che vale oltre alla promozione anche un trofeo nella cornice fantastica di Wembley, una partita che fattura quanto un Milan-Juventus per intenderci. Ad aggiudicarsi la posta in palio è stato il Crystal Palace che ha sconfitto per 1-0 il Watford protagonista però di una semifinale al cardiopalma terminata in maniera piuttosto insolita con un’alta dose di fibrillazioni nei fantastici minuti finali, spot ideale delle grandi emozioni che soltanto il calcio può suscitare.
A cura di Danilo Sancamillo
Twitter: @DSancamillo